La comunità degli skater cerca una nuova casa, coltivando il “sogno olimpico”

A cinque anni dalla nascita di Capanno Skatepark, l'associazione "La Mini nell'Orto" cerca una nuova location. Intanto crescono nuovi campioncini con l'orizzonte di Tokyo 2020

capanno skatepark busto arsizio

“Purtroppo nella vita le cose cambiano e niente è per sempre…”. Questo è il preambolo dell’annuncio, condiviso via social, con il quale il Capanno Skatepark comunicava che la stagione 2018/2019 sarebbe stata (probabilmente) l’ultima nell’ormai storico stabile di via Massimo d’Azeglio.

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Capanno skatepark e i suoi giovani campioncini 4 di 11

Con grande dispiacere degli aficinaods di tutte le età, il Capanno per cause di forza maggiore dall’anno prossimo si trasferirà, non si sa ancora bene dove. Dalla nascita dell’associazione senza scopo di lucro “La Mini nell’Orto A.S.D.” nel 2013, che ha permesso di aprire le porte a chi si trovava alla ricerca di uno spazio nel quale allenarsi e condividere la propria passione, il Capanno si è imposto come punto di riferimento nella scena skate, cittadina e non.

I proventi derivati dai corsi di skate, BMX e altro, vengono reinvestiti direttamente nelle strutture, ciclo che ha permesso a queste di ampliarsi ed abbellirsi sempre di più. Senza tralasciare il valore creato da vecchio capannone in disuso, come tanti ce ne sono in città, valore materiale così come umano stando alla piccola comunità di skaters che negli anni è stato in grado di attrarre. Per dirla a modo loro “dove una volta si lavorava ora ci si diverte, dove una volta regnava l’ordine e la concentrazione ora regna il caos e l’adrenalina, dove una volta sorgevano i macchinari tessili ora sorgono le nostre rampe in continua evoluzione”.

Nell’ambito della nostra inchiesta sui giovani di Busto Arsizio (qui le altre puntate) siamo andati a seguire una lezione di skateboard, la prima dell’anno, per parlare con maestri, gestori e genitori. Di bambini, ce ne sono veramente di tutti i tipi. Da chi ormai è presenza fissa da anni e “surfa” sulle rampe con disinvoltura, a chi muove i primi passi nel mondo della tavola. Gli allievi imparano le basi di uno sport “completo e fisicamente impegnativo-come ci dice una mamma. Mia figlia lo ama, e seguiremo il Capanno ovunque riaprirà”. Un padre dice di essere rimasto “stupito dalla struttura, e da come questi ragazzi l’abbiano valorizzata”. Il centro di gravità intorno al quale si svolge la lezione è lo skater brasiliano Bruno Taioli, che dopo una vita di gare internazionali si presta ad insegnare l’arte ai più piccoli, aiutato da alcuni collaboratori.

Alla fine dell’allenamento riunisce tutti i bambini e parla dei valori dello skate: “a prima vista può sembrare uno sport individuale, ma la realtà è che siamo qui per divertirci insieme, lo skate è amicizia, è condividere ciò che ci fa stare bene”.

La conferma del valore assoluto della disciplina arriva direttamente dal CIO: il Comitato Olimpico Internazionale ha infatti aggiunto lo skateboard agli sport di Tokyo 2020. Chissà che nella delegazione italiana ci sarà qualcuno passato proprio da via Massimo d’Azeglio, e chissà se il Capanno ora del 2020 avrà trovato una sistemazione degna prima che definitiva.

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Pubblicato il 08 Ottobre 2018
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