Ma la tricopigmentazione che durata ha?

La tricopigmentazione è un trattamento in campo estetico utile per ridurre otticamente gli effetti di discromie e diradamenti della chioma a causa di alterazioni del cuoio capelluto, quali alopecie o cicatrici che hanno danneggiato in modo permanente bulbi piliferi e papille germinative

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Cos’è e come funziona la tricopigmentazione?

La tricopigmentazione è un trattamento in campo estetico utile per ridurre otticamente gli effetti di discromie e diradamenti della chioma a causa di alterazioni del cuoio capelluto, quali alopecie o cicatrici che hanno danneggiato in modo permanente bulbi piliferi e papille germinative.

La tricopigmentazione è una tecnica che consiste nell’introduzione di specifici pigmenti nel derma del cuoio capelluto, attraverso l’utilizzo di uno specifico macchinario, ovvero il dermografo.
I pigmenti hanno la caratteristica di essere ipoallergenici, atossici e bio-compatibili. I pigmenti, inoltre, sono disponibili in diverse colorazioni, in maniera tale da garantire la massima personalizzazione dei risultati. I pigmenti possono essere riassorbili, in questo caso si tratta di una tricopigmentazione transitoria, oppure possono essere realizzati con molecole tali da dare un effetto permanente, in questo caso si parla, invece, di tricopigmentazione perenne.

La tricopigmentazione si effettua attraverso un numero variabile di sedute che deve essere valutato caso per caso. Di solito, per ottenere un buon effetto sarà necessario effettuare almeno 3-4 sedute da circa 2-4 ore ciascuna. Non è possibile ottenere un effetto completo con una sola seduta di tricopigmentazione, perché, indipendentemente dal tipo di pigmento scelto, quando questo è iniettato nel derma avvengono sempre normali processi di riassorbimento. Sarà, dunque, necessario perfezionare il lavoro nelle sedute successive.

La tricopigmentazione è un trattamento assolutamente non invasivo, non richiede l’utilizzo di anestetici in quanto non si tratta di un’operazione chirurgica, ma il processo assomiglia fortemente a quello di un tatuaggio di capelli, seppur con le opportune specifiche di differenziazione soprattutto per quanto riguarda gli strumenti utilizzati e l’effetto ultimo ottenuto.

Una volta completate le sedute iniziali, il trattamento di tricopigmentazione avrà sempre bisogno di ritocchi, per mantenere un effetto naturale e preciso anche nel tempo. Nel caso in cui si è optato per una tricopigmentazione transitoria, per mantenere l’effetto costante nel tempo, sarà necessario ripetere il trattamento almeno 2 volte l’anno, altrimenti il trattamento scomparirà in maniera graduale nel giro di 4 anni grazie ai processi di fagocitosi attuati dalle cellule del derma del cuoio capelluto.
Se, invece, si opta per una tricopigmentazione perenne le sedute di ritocco sono più rade, ma comunque sarà necessario effettuarne una ogni 2-3 anni. Ovviamente, questi sono dati generali, bisogna sempre ricordare che ogni trattamento di tricopigmentazione è fortemente legato alle specificità del soggetto su cui è attuato, in quanto ogni individuo è caratterizzato da una diversa fisiologia dei tessuti, su cui agiscono in maniera primaria anche le abitudini e gli stili di vita personali.

A seguito di ogni seduta sarà sempre necessario eseguire una semplice degenza post-seduta, la quale consiste nell’applicare specifici prodotti, quali creme e detergenti appositamente ideati, per nutrire i tessuti ed evitare possibili forme di infezione. Di fatto, sarà anche opportuno tenere alcune accortenze quali evitare l’esposizione diretta ad agenti traumatici.

Tricopigmentazione transitoria e tricopigmentazione perenne

Esistono due diverse forme di tricopigmentazione: una tricopigmentazione transitoria e una tricopigmentazione perenne. Le due forme si differenziano per tantissimi aspetti, tra i quali si ricorda soprattutto il tipo di pigmento utilizzato.

Nel caso di una tricopigmentazione transitoria i pigmenti utilizzati sono completamente assorbibili dal sistema immunitario. Si tratta di pigmenti molto leggeri e, infatti, le singole particelle hanno una dimensione inferiore ai 15 micron. Questo significa che gli elementi vengono facilmente fagocitati dai macrofagi tissutali del derma del cuoio capelluto e, dunque, degradati ed eliminati col tempo dal organismo ospite.

La durata di una tricopigmentazione transitoria, a seguito delle sedute iniziali, è di circa 3-4 anni. Trascorso tale tempo, se non si sono effettuate sedute di mantenimento, il pigmento scompare completamente. Di solito sono necessarie almeno 2 sedute all’anno di mantenimento, per garantire la durata nel tempo dell’effetto naturale della tricopigmentazione.

Spesso si è fortemente spaventati dall’idea che l’applicazione del pigmento introdotto con la tricopigmentazione scompaia nel giro di qualche giorno o settimana. Tale evento è altamente improbabile, ciò può accadere solo e soltanto se viene eseguito un trattamento di tricopigmentazione su un cuoio capelluto fortemente in sofferenza, come ad esempio un’infiammazione cronica o forme di desquamazione progressiva. Di fatto tali condizioni non permettono l’attacco del pigmento ai tessuti. Di solito, se ci si rivolge ad un centro esperto di tricopigmentazione, e si è in una delle due condizioni su citate, gli operatori rimandano il cliente da un dermatologo per risolvere in maniera completa i processi di sofferenza del cuoio capelluto e soltanto successivamente vanno a valutare la possibilità di andare a eseguire un trattamento di tricopigmentazione.

Il principale vataggio di una tricopigmentazione transitoria è che lascia grande indipendenza e libertà di scelta. Di fatto, sarà possibile andare a modificare il colore del pigmento introdotto nel derma, grazie proprio al fatto che se non mantenuta con sedute accessorie la tricopigmentazione transitoria scompare progressivamente. Inoltre, sempre grazie a questa fondamentale caratteristica sarà possibile, modificare, nel corso degli anni, l’effetto ottico del trattamento andando a seguire quelli che sono i cambiamenti fisiologici del capello in relazione alle varie fasi dell’invecchiamento: ad esempio sarà possibile modificare e, dunque, innalzare l’attaccatura del capello a livello della fronte.

Al contrario, nella tricopigmentazione perenne vengono utilizzati dei pigmenti che vengono difficilmente assorbiti dal sistema immunitario del soggetto in quanto sono costituiti da molecole dal diametro maggiore e dunque i processi di fagocitosi da parte dei macrofagi tissutali del derma del cuoio capelluto vengono limitati se non impossibilitati del tutto.

Tra i vantaggi di tale tipologia di tricopigmentazione vi sono innanzitutto i costi più contenuti a medio-lungo termine. Di fatto, chi si sottopone ad un trattamento di tricopigmentazione perenne avrà bisogno di un numero nettamente inferiore di sedute di ritocco rispetto a chi opta per la scelta di un trattamento di tricopigmentazione transitoria. Lo svantaggio principale è che non sarà possibile eseguire delle modifiche del trattamento, proprio perché la tricopigmentazione perenne può essere eliminata soltanto sottoponendosi a trattamenti di eliminazione laser. Inoltre, potrebbe accadere, che se non vengono utilizzati pigmenti di buona qualità quello che succede è che questi, restando a lungo nell’organismo umano, vadano incontro a processi di degenerazione assumendo la colorazione verdognola-bluastra. Inoltre, data la loro struttura molecolare, tenderanno ad espandersi: la conseguenza potrebbe essere quella di perdere l’effetto definito del trattamento di tricopigmentazione. Ad esempio nel caso di una tricopigmentazione effetto rasato, col passare del tempo, potrebbero scomparire del tutti i puntini e ciò determinerebbe il tanto temuto ”effetto casco”.

Tricopigmentazione transitoria o tricopigmentazione perenne: quale scegliere?

Nella scelta della tipologia di tricopigmentazione a cui sottoporsi è sempre necessario ascoltare e seguire i consigli degli esperti del settore, in quanto questi saranno in grado di indirizzare i clienti nella scelta dell’opzione che maggiormente si adatta alle esigenze personali e specifiche di ogni cuoio capelluto.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 26 Ottobre 2018
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