Via il quizzone per scegliere i manager della sanità. Opposizione critica

A fine anno scadranno gli incarichi ai direttori di ospedali e agenzie di tutela della salute. La giunta cancella il quizzone introdotto da Maroni e l'opposizione teme la lottizzazione

gallera

Iniziano le operazioni di selezione dei prossimi manager della sanità lombarda. A fine anno, scadono i mandati per direttori generali di aziende ospedaliere e Agenzia di tutela della salute.

Tre anni fa, l’allora presidente Maroni volle introdurre un “quizzone” per selezionare la lista dei 100 esperti tra cui scegliere. Una prova che non si ripeterà: « Regione Lombardia nella nomina dei direttori generali è chiamata ad applicare la legge nazionale, nello specifico il decreto legislativo 171 del 2016, legge Madia, che prevede espressamente ed esclusivamente che la nomina dei dg avvenga solo per titoli e colloqui. Il quizzone non è più previsto dalle leggi nazionali e non è quindi più legittimo prevederlo» ha dichiarato l’Assessore al Welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera rispondendo alla nota del capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Fabio Pizzul sulle modalità di reclutamento dei direttori generali della sanità lombarda.

«In questi giorni – ha spiegato Gallera – stiamo nominando una commissione esterna, composta da professori universitari, che in maniera assolutamente indipendente valuterà i profili e gli esiti dei colloqui dei candidati. La trasparenza è assolutamente garantita, stupisce come il consigliere Pizzul e tutto il partito democratico che solo due anni fa aveva salutato la legge Madia come una legge che introduceva merito e competenza nella selezione, ora gridi allo scandalo. Una norma peraltro già applicata nel Piemonte di Chiamparino solo poche settimane fa nella selezione dei direttori generali, ma in quell’occasione nessuno ha polemizzato. Credo dunque che semplicemente il Consigliere Pizzul abbia preso un grosso abbaglio».

Il dubbio riguarda la qualità della selezione: un colloquio diretto può non rispondere a mere logiche di qualità manageriali ma lascia il fianco a possibili intrecci politici. Connubio che l’opposizione in Consiglio regionale fa notare temendo un’operazione di “spartizione” politica delle poltrone. L’abolizione del quizzone, decisa in giunta lunedì scorso, deve ora passare al vaglio del Consiglio.

Nel 2015, con Maroni, i posti furono suddivisi  con 15 nomine in quota Lega, 12 Forza Italia e 11 Nuovo Centrodestra e uno Fratelli d’Italia. La prossima tornata apporterà variazioni, visti gli equilibri differenti in regione.

La lista dei candidati, che sarà formalizzata nelle prossime ore, sarà sottoposta al vaglio di una commissione indipendente che dovrà ridurre la lista a 100 papabili.

Tra le regole anche quella del divieto dei due mandati consecutivi, pensata per favorire la rotazione, e che renderebbe immediatamente non conformabili gli attuali direttori delle Asst varesine, Callisto Bravi a Varese e Giuseppe Brazzoli a Busto Arsizio oltre al direttore dell’Ats Insubria Paola Lattuada. Non sarà sicuramente confermato alla guida dell’Asst Lariana Marco Onofri, il cardiologo varesino, che dovrà lasciare per raggiunti limiti di età.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 04 Ottobre 2018
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