Battere la sarcopenia si può, con tanti vantaggi per gli anziani e il sistema sanitario

Sergio Dimori, responsabile sanitario della Rsa Magnani e Poretti di Vedano Olona, e il consigliere regionale Emanuele Monti, hanno presentato le ultime valutazioni - mediche ed economiche - sulla sindrome sarcopenica

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La sarcopenia – ovvero la progressiva perdita di massa muscolare e di forza negli anziani – è un nemico subdolo, ma fortunatamente è diagnosticabile con grande facilità e soprattutto è reversibile, potendo essere facilmente affrontata con un’adeguata integrazione alimentare e con l’attività fisica e la fisioterapia.

Di sarcopenia si è parlato giovedì pomeriggio alla Camera di Commercio di Varese. Il professor Sergio Dimori, responsabile sanitario della Rsa Magnani e Poretti di Vedano Olona, e il consigliere regionale Emanuele Monti, nel corso di una conferenza stampa hanno presentato le ultime valutazioni – mediche ed economiche – sulla sindrome sarcopenica, che colpisce prevalentemente gli anziani, ma che può iniziare a manifestarsi già nella mezza età, a partire dai 50 anni.

Ma sono soprattutto i pazienti anziani sarcopenici, ospiti in Rsa, a produrre l’impatto economico e sociale più significativo: «Il 75% dei residenti nelle Rsa lombarde, circa 45.000 persone, sono anziani sarcopenici gravi che ogni giorno hanno un costo per il sistema sanitario regionale pari a 49 euro l’uno – ha evidenziano il consigliere regionale Emanuele Monti, presidente della III Commissione Sanità e Politiche sociali di Regione Lombardia – Se solo il 5% degli ospiti delle Rsa lombarde grazie a questo nuovo approccio alla sarcopenia potesse uscire dalla classe più problematica, si è calcolato un risparmio annuo per il sistema sanitario lombardo di oltre 16 milioni di euro».

Quello che spesso non si sa è che la sarcopenia è una patologia reversibile che può essere facilmente migliorata attraverso l’intervento con un prodotto nutrizionale specifico. Lo studio condotto dal dottor Dimori presso la Rsa di di Vedano Olona, dimostra come una nutrizione mirata e specifica, attraverso un complesso nutrizionale arricchito di farmaconutrienti, porti effetti positivi nei programmi riabilitativi. Migliorando la condizione sarcopenica e la qualità della vita degli ospiti anziani che da non autosufficienti passano ad una condizione di semi autonomia.

«Lo studio – ha detto Monti – dimostra come l’impatto sociale dell’anziano sarcopenico non si esaurisca solamente nell’acquisito miglioramento, ma si ripercuote anche a livello sistematico. Migliore autosufficienza si traduce in un risparmio della spesa sanitaria, e come regione all’avanguardia la Lombardia non può che confermare l’impegno nel risparmio dei costi sanitari».

«La diagnosi della sarcopenia è molto semplice – ha spiegato il dottor Sergio Dimori – e grazie alla nostra ricerca abbiamo visto come con un’adeguata integrazione alimentare che ridà tono e vigore alla muscolatura liscia si può ottenere nel paziente sarcopenico una recessione della sindrome, fino a poter attivare un programma di recupero tramite fisioterapia e, dove possibile, attività fisica. Questo si traduce oltre che in un aumento della qualità di vita del paziente e delle famiglie, in una diminuzione del rischio di cadute con tutte le conseguenze che queste comportano nel paziente anziano e in un riduzione significativa del rischio di morte legato proprio alle complicanze della sindrome sarcopenica».

(Qui sotto: Emanuele Monti e il dottor Dimori con la giornalista Maria Carla Cebrelli durante la conferenza stampa)

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Pubblicato il 12 Novembre 2018
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