“Il cambiamento climatico renderà invivibili le città, migreremo tutti in montagna”

Il climatologo Luca Mercalli ospite di Upkeep The Alps traccia la linea per il futuro delle Alpi ed esorta: “le comunità montane non devono farsi trovare impreparate a questa invasione”

Entro la fine del secolo la temperatura del mondo aumenterà -se va bene- di 2 gradi e se va male di 5, così d’estate «le nostre città diventeranno invivibili e ci sarà una grande migrazione verso le montagne». È questa la previsione di Luca Mercalli, il Presidente dell’associazione meteorologica italiana, che è stato ospite della presentazione del progetto di Upkeep the Alps.

«Avere l’aria condizionata nelle aree urbane non è lusso ma è una necessità -spiega Mercalli- perché il caldo sopra i 40 gradi e l’afa mettono davvero a rischio la salute». In questo contesto il futuro sarà sempre peggiore e quindi «sempre più persone si troveranno nell’esigenza di fuggire dalle città per andare dove si possono avere delle condizioni di vita più confortevoli» e con le Alpi dietro casa «sarà inevitabile che in tanti opteranno per passare almeno i mesi estivi lì». Mercalli parla proprio di «una migrazione stagionale e climatica» per la quale «i territori alpini non possono e non devono farsi trovare impreparati: bisogna progettare e prepararsi». Il rischio è infatti quello di «un’invasione assolutamente non sostenibile» contro la quale bisogna mettere dei paletti. Il climatologo cita ad esempio il numero chiuso: «se in una borgata ci sono 30 case devono rimanerne 30, non bisogna costruire un condominio». 

Certo è che i problemi sono due, correlati tra loro: fondi e infrastrtture. «Le comunità montane devono farsi trovare pronte sia con infrastrutture sostenibili che anche con agevolazioni» come ad esempio le connessioni ad internet «perchè in quel modo le zone montuose potranno diventare veri e propri luoghi di lavoro». E così se oggi «siamo davanti ad un evidente spopolamento delle montagne sarà il cambiamento climatico a spingere le persone a tornarci» ma il tutto va fatto nell’ottica di attrarre e creare un sistema sostenibile che non stravolga gli ambienti.

luca mercalli

Un turismo soft, l’investimento sull’ambiente o il recupero delle aree montane sono infatti una risorsa economica importante. «Vedete -dice Mercalli- io partecipo a convegni sulla montagna da 25 anni e sempre si parla di bellissimi principi e scenari virtuosi. Ma le Alpi sono un universo immenso e allora io ho deciso di dire basta: voglio fare qualcosa di persona, mi sono detto». E così «ho comprato una casa in Val di Susa in una borgata di 20 abitazioni. È vecchia grangia del 700 che serviva alle famiglie contadine. La stiamo recuperando con attenzione all’isolamento termico, ai pannelli solari, alla conservazione dell’acqua piovana, all’utilizzo della geotermia e delle stufe a legna ma non ci faremo la sauna o la spa». Perchè in tutta questa trasformazione la speranza è un: «non creare una montagna finta».

Marco Corso
marco.corso@varesenews.it

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Pubblicato il 14 Novembre 2018
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  1. Avatar
    Scritto da aldo_gulmini

    Se mi dai i soldi costruisco anche io la casa in montagna.Grazie

  2. Avatar
    Scritto da Felice

    Senza evocare scenari apocalittici basterebbe semplicemente attuare pochi concetti:
    – da domani non si consuma più un metro quadrato di terreno. La nuove costruzioni si dovranno fare su aree già urbanizzate o da riqualificare.
    – da domani in città si entra solo con auto Euro 5-6-ibride-elettriche
    – da domani in città si curano maggiormente le aree verdi e si crea una cintura verde di mitigazione climatica sul modello londinese.

    Ovviamente si pesterebbero i piedi di qualcuno, quel qualcuno che detiene i mezzi ed i poteri finanziari.

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