Il comandante dei Vigili del Fuoco alla Cisl: “Non si faccia allarmismo”

Il comandante risponde punto per punto alle lamentele presentate dal sindacato Fns Cisl sulle carenze di mezzi, uomini e buoni pasto tra i pompieri del varesotto

comandante Antonio Albanese

Il comandante provinciale dei Vigili del Fuoco Antonio Albanese risponde con una lunga nota alle critiche sollevate alcuni giorni fa dalla Segreteria Territoriale FNS CISL dei Laghi sulla situazione del Comando Provinciale Vigili del Fuoco di Varese che veniva dipinta come a dir poco drammatica.

Nella sostanza si diceva che ci sono pochi uomini, mezzi obsoleti e pancia vuota. Di seguito la risposta dettagliata del comandante Albanese

Non sono abituato a polemizzare, non solo perché non è di mio interesse, ma soprattutto perché il mio compito è un altro: gestire, a livello provinciale, un’organizzazione che lavora per garantire la sicurezza della collettività, a servizio del cittadino. Ho grande stima e rispetto per le organizzazioni sindacali. Nello specifico, alla CISL riconosco, a livello nazionale, serietà ed obiettività. Di fronte, tuttavia, ad una descrizione profondamente distorta della situazione del Comando, mi sento in dovere, in qualità di Comandante provinciale, di intervenire per fare chiarezza, non solo a tutela dell’immagine del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, ma anche e soprattutto per rassicurare la collettività sulle capacità operative del Comando.

È vero che il Comando di Varese presenta una carenza di personale, ma la stessa è sostanzialmente legata ad una carenza a livello nazionale: a Varese manca personale principalmente perché manca personale nel Corpo. Attribuire le carenze di personale di Varese a quelli che fruiscono dei benefici di leggi cosiddette “speciali” (ad esempio, Legge n. 104/1992 per l’assistenza alle persone disabili) è fuorviante.

L’estensore del comunicato sindacale dimentica, forse, che in base ad un accordo a livello centrale, tra il Dipartimento dei Vigili del Fuoco e le Organizzazioni Sindacali nazionali, già da anni vengono assegnati più vigili proprio a quei comandi, come quello di Varese, in cui più forte è l’incidenza dei trasferimenti temporanei, in maniera da ridistribuire le carenze, senza per questo penalizzare chi ha diritto alle tutele di legge.

Premesso che l’Amministrazione centrale è già da tempo fortemente impegnata per l’aumento dell’organico del Corpo, occorre tuttavia chiarire che, allo stato attuale, il Comando di Varese (così come il Corpo nel suo complesso) è perfettamente in grado di fornire un’efficace risposta alle numerose richieste di soccorso tecnico urgente che provengono dalla collettività, come già dimostrato nei circa 6.000 interventi effettuati dall’inizio dell’anno in Provincia. Tutto questo avviene, ovviamente, con una gestione oculata del personale a disposizione.

Del tutto fuorvianti anche le affermazioni sugli automezzi del Comando. Premesso che un automezzo non può essere giudicato dal numero di anni, ma deve essere valutato sul piano dell’efficienza e dell’affidabilità, si evidenzia che il parco automezzi del Comando non risulta così obsoleto come si vuol far credere. Nessuna delle 15 Autopompe Serbatoio (APS, il mezzo base per il soccorso dei Vigili del Fuoco) del Comando “supera vergognosamente i venticinque anni di servizio”, come affermato nella nota sindacale. Gran parte delle APS sono, addirittura, notevolmente lontane da tale età. Comunque, anche su questo aspetto l’Amministrazione centrale è già da tempo fortemente impegnata per il progressivo rinnovo del parco automezzi. In ogni caso, la situazione dei mezzi del Comando di Varese è del tutto in linea con quella degli altri Comandi. È evidente che, per il lavoro che svolgono, sono richieste continue e costanti manutenzioni, ma questo vale anche per i mezzi più nuovi.

Anche sull’aspetto fondi occorre chiarire che gli stessi non sono e non possono essere illimitati e questo vale per tutte le Amministrazioni dello Stato. Inoltre, è difficile, ad inizio anno, fare una previsione di spesa precisa per chi fa soccorso, perché non è prevedibile il numero di interventi che sarà chiamato a svolgere. Può pertanto capitare (ed è già successo in altri anni, non solo a Varese, ma anche negli altri Comandi in cui sono stato) che, avvicinandosi alla fine dell’anno, i fondi messi a disposizione risultino insufficienti.

In questi casi, tenuto conto che non è, ovviamente, possibile sospendere l’attività di soccorso, esistono precise procedure codificate per l’effettuazione delle spese indispensabili, com’è stato da poco fatto a Varese. Posso, pertanto, rassicurare che in nessun momento è stato messo a rischio il dispositivo di soccorso, come paventato nella nota sindacale, e mai lo potrà essere.

Da ultimo, non posso che esprimere sconcerto sull’affermazione in perfetto stile “libro Cuore”, riguardante i vigili a pancia vuota. È vero che per alcuni giorni era stata sospesa, per cause indipendenti dal Comando, la distribuzione dei buoni pasto al personale, ma quelli già consegnati erano più che sufficienti a fronteggiare la situazione. Nel giro di pochi giorni la distribuzione è tornata alla normalità, indipendentemente dalla segnalazione sindacale. Posso comunque rassicurare che, nel frattempo, nessun vigile è stato costretto a portarsi la “schiscetta” da casa.

Non posso, tuttavia, tralasciare di evidenziare che i buoni pasto andrebbero, a rigore, distribuiti a consuntivo (cioè il mese successivo a quello di maturazione del diritto) e, pertanto, non ci sarebbe stato nulla di drammatico nell’anticipare la spesa, come peraltro avviene in molte Amministrazioni.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 21 Novembre 2018
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