Dura, sognante o divertente: i volti di Milano nel cinema

La mostra 2018/2019 sulla città celebra il rapporto tra Milano e il cinema. Da Olmi ad Abatantuono, da Visconti al ragazzo di campagna, senza dimenticare il cinema industriale e la pubblicità

Generico 2018

Spietata o sognante, dura o divertente, ma soprattutto sempre capace di raccontare la modernità. È la Milano del cinema, al centro della nuova mostra a Palazzo Morando, che da sei anni dedica la stagione invernale proprio a un percorso che mette al centro la città.

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La mostra su Milano e il cinema 4 di 19

Curata da Stefano Galli, promossa da Comune di Milano e organizzata da MilanoinMostra col patrocinio della Regione Lombardia, l’esposizione presenta fotografie, manifesti, locandine, contributi video e memorabilia in grado di ripercorrere un secolo di storia del cinema a Milano, dalla prima proiezione nel 1896 alle sperimentazioni degli anni Dieci, dall’epoca d’oro degli anni sessanta fino alle produzioni più recenti con la nascita di un genere-commedia tutto milanese che ha visto affermarsi artisti quali Renato Pozzetto, Adriano Celentano, Diego Abatantuono, Aldo, Giovanni e Giacomo, e molti altri. 

La mostra "Milano e il cinema"

«A Milano fa freddo… un freddo caldo». La celebre scena dell’arrivo di Totò e Peppino ad agosto in Stazione Centrale richiama uno dei temi che attraversano la mostra, quello della Milano arcigna ma in fondo accogliente che slunga la man a genti da ogni parte d’Italia (ieri) e del mondo (oggi). È un tema che s’interseca con quello della città industriale del Dopoguerra, che ha segnato l’immaginario cinematografico. È la Milano dura che accoglie Rocco e i suoi fratelli venuti da tutto il Sud, la Milano della speranza delusa del giovane protagonista di Il posto di Ermanno Olmi. «L’unica città in Italia che può raccontare la modernità» sintetizza il curatore Stefano Galli.
Ci vorranno ancora due decenni perché la grande stagione delle migrazioni trovi una rappresentazione più leggera, incarnata da quella nuova commedia milanese attraversata da personaggi come il “terrunciello” Diego Abatantuono o il ragazzo di campagna Renato Pozzetto, che addirittura rievoca la fase dell’immigrazione in città dalle zone rurali di Lombardia. «La commedia ha fatto emergere maschere che raccontano la città portano con sé il vissuto di una origine non milanese» spiega l’assessore alla cultura Filippo Del Corno.

La mostra "Milano e il cinema"

In mezzo, il decennio più cupo, quello degli anni Settanta, segnato dal crimine e dalla crisi economica. Con il grande schermo che diventa quasi racconto in tempo reale: Carlo Lizzani, con i suoi Banditi a Milano, fa la cronaca della strage della Banda Cavallero (già tra i protagonisti della mostra 2017, “Milano e la mala”, vedi qui). E Lizzani fa da apripista per il genere poliziottesco, che in Milano trova il set perfetto, tra tensioni di ogni genere, dalla criminalità organizzata alla violenza politica.

La mostra "Milano e il cinema"

A rivedere in mostra spezzoni di film e foto di scena si coglie qui uno dei migliori caratteri del cinema a Milano, città priva di grandi studios: l’uso degli esterni, non solo nei luoghi-simbolo come il Duomo, ma fino alle più lontane periferie, dagli inseguimenti sull’alzaia del naviglio fino al grigio viale Palmanova di “Milano odia la polizia non può sparare”. Per arrivare – ai giorni nostri – alle riprese alla Barona di quel piccolo “caso” cinematografico che fu nel 2003 Fame Chimica o – su tutt’altro registro – alle incursioni urbane di Aldo Giovanni e Giacomo, con scene celebri come il partitone a basket in piazza dei Mercanti.

Nella mostra c’è poi l’altro cinema, quello non di finzione. Il cinema industriale, innanzitutto, con le produzioni commissionate dalle grandi aziende, come la Edison Volta che vide gli esordi del maestro Ermanno Olmi. E ancora la Milano della pubblicità, con la comparsa di Calimero creato dai fratelli Pagot o il Signor Rossi di Bruno Bozzetto, evocati in mostra con simpatiche raffigurazioni tridimensionali.

La mostra "Milano e il cinema"

Rispetto ad altre mostre del ciclo sull’identità della città (Milano città d’acqua, Milano storia di una rinascita, Milano e la mala), meno presenti sono le suggestioni legati agli oggetti fisici: una scelta che quasi sembra evocare la natura sfuggente e sognante della “settima arte”. Alle foto dei set e alle  immagini tratte dai film, quasi tutte in un intenso bianco e nero, fa da contraltare l’intensità dei manifesti originali, molti dei quali introducono le sezioni dedicate alle pellicole più rappresentative.

 

“Milano e il cinema”
Palazzo Morando – Costume Moda Immagine
dall’8 novembre 2018 al 10 febbraio 2019

Orari: Martedì- domenica: 10.00-20.00 (la biglietteria chiude un’ora prima)
Giovedì: 10.00 – 22.30 (la biglietteria chiude un’ora prima)

Biglietti: Intero: € 12 Ridotto: € 10 (studenti under 26, over 65, disabili, gruppi adulti e tutte le convenzioni) Biglietto Famiglia: 1 genitore: € 10 + 1 figlio entro i 14 anni, € 6. 2 genitori: € 10 cad. + 1-2 figli, € 6 cad. Omaggio: bambini da 0 a 6 anni, guide turistiche, accompagnatori di disabili; possessori Abbonamenti Musei Lombardia Milano

Per informazioni e prenotazioni visite guidate: T. +39 327 8953761

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 07 Novembre 2018
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