Ex Stere, il recupero non è ancora partito

I residenti della zona speravano nella bonifica dei tetti in amianto e nell'abbattimento dei capannoni fatiscenti. Ma per ora il progetto non è ancora partita: il proprietario dell'area e il Comune devono trovare un accordo su quanto costruire

ex Stere Cardano novembre 2018

Quanto ci vorrà per veder rinascere un giorno quel pezzo di città oggi occupato dai fatiscenti capannoni della ex ditta Stere?
Se lo chiedono ancora oggi i residenti di tutta la zona intorno a questa mastodontica area fatta di due palazzine e di grandi capannoni coperti da tetti in amianto. «Qui si stanno costruendo ancora case intorno, ma noi vorremmo che togliessero almeno l’amianto da quei tetti» dicono.

È una vicenda che stiamo seguendo da un anno. Il compendio ex industriale – parte di una procedura di fallimento – è stato acquistato da un immobiliare, che ora vorrebbe “valorizzarlo”, cioè costruirci sopra. Operazione non proprio immediata, perché l’area è appunto molto vasta e inserita in un perimetro delimitato da due strette strade laterali e da una via di passaggio.

Il tema non sfugge al sindaco di Cardano al Campo Angelo Bellora. Che già nei mesi scorsi ha spiegato una serie di problemi dell’area da affrontare: da un lato la richiesta di volumetria, su cui Comune e costruttore devono trovare un accordo e che devono rientrare nei termini del Piano di Governo del Territorio vigente. L’altro problema è emerso più di recente: «Durante la procedura di fallimento è stata scorporata e venduta la villa, l’edificio giallo che fa parte del complesso» spiegava Bellora. Una operazione che è emersa solo in seguito alla vendita dell’area, che ha diminuito il valore economico del terreno acquisito dal privato e che ha ingarbugliato ancor più la storia.

ex Stere Cardano novembre 2018

Attenzione: quando si parla di regole urbanistiche non si parla di semplice burocrazia. Valutare la volumetrie significa anche capire che servizi serviranno a chi verrà ad abitare in zona, ad esempio (è il più immediato da immaginare) il parcheggio a disposizione dei nuovi alloggi o l’impatto del traffico. Dove si trova il punto d’incontro tra privato ed ente pubblico? È proprio questo il tema. Resta il fatto che l’area è molto degradata, dopo anni di abbandono. E c’è sempre l’amianto sui tetti: i residenti si attendono che si riesca a fare un passo in avanti almeno su questo.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 22 Novembre 2018
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