L’addio agli ultimi porcini di stagione: «Ci rivediamo l’anno prossimo»

Il fungiatt (agronomo e micologo) Valerio Montonati e l’ultima uscita prima del gelo

Il fiatone rotto dalle prime boccate che già sanno di ghiaccio; il fumo che esce dalla bocca e il sudore che scende sempre più freddo nel “coppino”: questa è la paga del fungiatt che si ferma per gli ultimi porcini della stagione.
Quasi in diretta, da Dumenza, arriva un breve video realizzato dall’agronomo e micologo Valerio Montonati, sovente “guida” di Varesenews in affari di funghi e piante dei boschi.

Le foto e le brevi immagini sono forse l’e ultime della stagione: domani, martedì, il meteo parla già di vento e per il prosieguo della settimana farà capolino anche la brina che vuol dire a queste altitudini ghiaccio (siamo sul versante sud dei boschi di Dumenza a circa 950 metri sul livello del mare).

Di seguito anche le foto e un breve riassunto della stagione appena passata (tra cui quella che proponiamo qui sotto, scattata la scorsa settimana: quello che si vede è un porcino sotto la neve).
(ac)

Gli ultimi porcini dell\'anno

CRONACA DI UN’ANNATA UNICA

Il 2018 sarà ricordato a lungo per le straordinarie raccolte di funghi che hanno caratterizzato molte località italiane. Fin dalla primavera sono girati filmati incredibili con raccolte notevoli di Boletus pinicola in Liguria e da quella stessa regione continuano a tutt’oggi a pubblicare, sui social network (instagram, per esempio), foto di raccolte ragguardevoli.
Io stesso che, normalmente, non vado per funghi prima di ferragosto (salvo raccogliere le primaverili morchelle), mi sono deciso a visitare qualche zona della Veddasca nel mese di maggio con qualche successo avendo trovato alcuni esemplari di porcino primaverile / estivo (Boletus aestivalis) presso dei grossi castagni.
La stagione vera e propria nell’alto varesotto è iniziata subito dopo ferragosto col “caldone” ed in una condizione ambientale piuttosto asciutta nonostante alcuni temporali che periodicamente hanno bagnato i boschi della val Dumentina e della Val veddasca, con una produzione di carpofori clamorosa che si è protratta per tutto il mese di settembre con “Buttate” per lo più localizzate.
Il mese di ottobre, invece, ha visto un sensibile calo delle nascite, almeno nelle zone più produttive di settembre, nonostante il permanere di condizioni climatiche favorevoli, causa il probabile “esaurimento” dei miceli prima oltremodo produttivi. Una ripresa della fruttificazione si è verificata in novembre in occasione delle copiose piogge e grazie al permanere di temperature favorevoli con ritrovamenti di porcini (finalmente liberi da “intrusi”) e farè nonché di numerose e sempre coloratissime amanite muscarie.
Un’annata unica non solo per i porcini (Boletus edulis) ed i finferli (Cantharellus cibarius) ma anche per i cugini del primo, i così detti farè (B. luridus e B. erythropus), eduli solo dopo cottura, nonché il noto “Badius” o “Castanello” e, perfino, il malefico B. satanas, comparso in varie aree con anni di assenza quasi totale.
La produzione di carpofori è stata certamente fantastica per tutte le specie richiamando centinaia di cercatori che hanno setacciato i boschi (non senza lasciarvi tracce pesanti perché male equipaggiati o impreparati fisicamente o, solamente, per assoluto disinteresse nel rispettare l’ecosistema bosco) raccogliendone ottime quantità (talvolta ben oltre i 3 kg. ammessi dalla normativa regionale ed incappando, in taluni casi, come segnalatomi dalla popolazione locale, nella sanzione di rito una volta sorpresi dalle autorità competenti in materia).
Tuttavia, la fenomenale stagione è stata decisamente svalutata dalla qualità dei frutti che si presentavano, nella gran parte, infestati dalle tipiche “camolette” rendendo inutilizzabile gran parte del carpoforo, il gambo in particolare.
Questi “inquilini” altro non sono che lo stadio larvale di taluni insetti micetofagi (in genere Ditteri come le mosche) che, quest’anno, ho, per altro, potuto osservare direttamente anche nello stadio adulto mentre ronzavano in folti micro-sciami intorno a splendidi esemplari di porcino intente a deporvi le uova.
Ritengo che il particolare grado di infestazione riscontrato nella stagione sia da mettere in correlazione con la stagione passata in cui il fenomeno è stato del tutto trascurabile causa, penso, il gran secco che ha dominato l’intera estate ed anche gran arte dell’autunno ottobrino falcidiando, evidentemente, queste specie di insetti e con i periodici temporali della recente bella stagione che, invece, ne hanno favorito, prima la diffusione e, quindi, l’esplosione delle popolazioni.
E’ proseguita, infine, l’esperienza delle giornate micologiche alle pendici del monte Lema presso il centro micologico della fondazione A. Beltrami all’alpe Giani culminate con la giornata del fungo tenutasi presso il rifugio Dumenza.

Valerio Montonati Agronomo

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 26 Novembre 2018
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