I sindaci sorpresi dalle Poste: “Ora devono solo mantenere le promesse”

Sono 43 i sindaci della Provincia di Varese che hanno partecipato all'incontro di Poste Italiane per il rilancio dell'azienda nei piccoli comuni. Ecco le loro impressioni

È stato un vero e proprio colpo di scena. L’annuncio dell’amministratore delegato di Poste Italiane dei 10 punti per rilanciare il servizio nei piccoli comuni nessuno dei 3.000 sindaci arrivati a Roma se lo sarebbe mai aspettato. Per un’ora e mezza sul palco del Roma Convention Center si sono infatti alternati amministratori locali per parlare dei problemi di chi deve mandare avanti comuni con meno di 5.000 abitanti.

Gestione delle casse comunali, mancanza di servizi, dissesto idrogeologico, problemi di connettività. Da nord a sud i problemi sono sempre gli stessi e spesso e volentieri coinvolgono le Poste. Ed è proprio per questo che mentre l’amministratore delegato dell’azienda ha iniziato ad elencare “I 10 impegni a favore delle comunità dei piccoli comuni” gli applausi hanno interrotto il discorso più volte.

Applausi che sono diventati più forti in alcuni punti del decalogo, come il servizio tesoreria. Lo sa bene Eleonora Paolelli, sindaco di Bodio Lomnago, che ha portato sul palco il disagio legato a questa incombenza per i comuni più piccoli. «È un argomento scottante e importante per tutti -ha detto la prima cittadina dal palco-. Le banche non hanno abbastanza redditività per questo servizio che per noi è strategico e importante e quelle che lo erogano chiedono anche 4/5 mila euro di spese di gestione». Soldi che vanno in commissioni «e questo va a ripercuotersi sui nostri cittadini, con soldi che devono pagare in più o con servizi che non possiamo erogare». Un tema che accomuna tutti i sindaci che quindi è probabile che accoglieranno con grande favore l’idea del nuovo servizio che Poste Italiane lancerà a partire dal 2019.

«Siamo arrivati con la paura che ci togliessero anche gli ultimi uffici postali e torniamo a casa con grandi aspettative» dice Alessandro Boriani, sindaco di Luvinate. Lui è uno dei 43 amministratori locali della Provincia di Varese che è arrivato sotto la nuvola di Fuksas per ascoltare le promesse di Poste Italiane. «Non si è parlato di chiusure ma di aperture e questo ci fa molto felici -aggiunge Giuseppe Iocca, sindaco di Malgesso-. È stato anche importante incontrare i ministri che hanno formalmente ribadito l’importanza dei piccoli comuni».

Ma ora che Poste Italiane ha iniziato quella che l’amministratore delegato Matteo Del Fante ha definito «una coraggiosa inversione di tendenza» le aspettative sono altissime. «Ringraziamo Poste Italiane di queste per ora promesse dice il sindaco di Bardello, Luciano Poggioni- ma che siamo certi diventeranno presto fatti effettivi».

Piccoli comuni che però potrebbe essere una definizione che andrà presto in pensione. Stiamo infatti parlando di 5.000 realtà che sono abitate dal 25% della popolazione ma coprono il 60% del territorio nazionale e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in una lettera inviata per l’apertura dell’incontro li ha ribattezzati «comuni meno densamente abitati». Una definizione che tutti i sindaci hanno già fatto propria anche perché accompagnata da parole che sottolineano l’importanza di queste località. Ecco la lettera integrale:

Assente da Roma per un diverso impegno istituzionale, mi è grato rivolgere un saluto a quanti sono riuniti oggi per l’iniziativa dedicata da Poste Italiane ai comuni meno densamente abitati.

Sono lo specchio dell’Italia e nessuno di loro è piccolo, perché ciascuno riflette interamente i valori della Repubblica e della sua Costituzione, al pari delle grandi città e degli agglomerati metropolitani.

I loro cittadini sono cittadini al pari di quelli residenti nelle aree urbane ed è, quindi, particolarmente apprezzabile l’iniziativa di dialogo assunta da Poste Italiane con i sindaci e gli altri amministratori che li rappresentano.

Aree interne, isole minori, zone montane, assommano il 60% del territorio nazionale e ospitano un quarto della popolazione.

La sfida è come riuscire a rendere effettivo l’esercizio dell’accesso a servizi essenziali, in cui si concretizza l’appartenenza alla comune cittadinanza: la salute, la scuola, la mobilità pubblica, le reti.

E’, dunque, positiva la sensibilità da parte delle istituzioni centrali e regionali, mi auguro crescente, della assoluta necessità di applicare strategie capaci di ridurre il divario esistente in troppi ambiti tra gli italiani residenti nelle aree più popolate e quanti risiedono al di fuori di esse.

Il valore rappresentato, anche dal punto di vista delle risorse dei territori, da queste zone, è assai alto e sotto molteplici aspetti, da quelli della valorizzazione del turismo a quelli della tutela ambientale e delle identità culturali. E’ la ricchezza del policentrismo italiano.

Essere distanti dai luoghi ove, per economie di scala, tende a concentrarsi l’offerta di servizi, non può rappresentare una condanna o una penalizzazione. In più, induce fenomeni di impoverimento progressivo per alcuni luoghi e aumento di costi da congestione per altri.

La iniziativa odierna di Poste Italiane contribuisce a una utile riflessione per una coraggiosa inversione di tendenza.

La rete capillare del servizio postale costituisce una opportunità preziosa. Testimonia della presenza dello Stato e costituisce un varco di potenziale accesso a servizi digitali di qualità, in grado di sostenere, con l’innovazione, la vita dei borghi meno popolati d’Italia.

Con l’auspicio di una giornata davvero proficua, invio i migliori auguri di buon lavoro

 

Marco Corso
marco.corso@varesenews.it

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Pubblicato il 26 Novembre 2018
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