“Sinistra, da dove ripartiamo?”: tre big della politica al congresso Spi Cgil
Interessante tavola rotonda al congresso dello Spi Cgil con Maurizio Martina, Luciana Castellina e Massimo D'Alema che si sono confrontati su questo tema attualissimo e scottante
Oltre 400 persone hanno partecipato alla tavola rotonda “Sinistra, da dove ripartiamo” organizzata nel pomeriggio a conclusione della prima giornata di lavoro del congresso provinciale dello Spi Cgil di Varese.
A parlare di questo tema, attualissimo e scottante, dopo la sconfitta elettorale del 4 marzo scorso, tre big della sinistra italiana: il segretario nazionale del Partito Democratico Maurizio Martina; Luciana Castellina, splendida novantenne e testimone di tutta la storia della sinistra nel nostro Paese dal dopoguerra ad oggi, e Massimo D’Alema, uno dei principali protagonisti della scena politica contemporanea. Con loro la giovane storica Cecilia Corsaro, tra gli studenti che affiancano Paolo Mieli nella trasmissione “Passato e Presente” di Rai Storia. Assente invece perché indisposto, Claudio Martelli.
A condurre il dibattito il giornalista Massimo Rebotti, già direttore di Radio Popolare e Diario e oggi nella redazione politica del Corriere della Sera, che ha messo subito in campo due o tre “domandine”: cos’è la sinistra oggi? Come ripartire dopo la batosta delle ultime elezioni? Come ricostruire il rapporto con gli elettori?
«Stiamo vivendo una fase straordinaria – ha detto Maurizio Martina, che ha fatto un’analisi molto articolata – e dobbiamo essere consapevoli che tutte le chiavi di lettura che abbiamo usato fino a qui non bastano a capire il cambiamento che stiamo vivendo. Oggi la vera sfida per rispondere a queste domande si gioca con un foglio bianco davanti, perché serve una nuova idea di società per declinare in forme nuove alcuni valori che rimangono la nostra bussola di riferimento».
Una parola – “nuovo” – che Luciana Castellina invita ad usare, ma con prudenza, perché il rischio è quello di «cancellare un secolo di grandi battaglie eper i diritti e di enormi conquiste per la democrazia». Secondo l’ex parlamentare comunista «occorre capire come ritrovare la legittimità della sinistra, e il tema centrale è quello del lavoro e dei diritti, ma anche quello della democrazia. Io non credo – ha detto – che ci sia un reale pericolo di ritorno al fascismo, ma in questi anni la democrazia è stata svuotata, perché la democrazia è viva solo se c’è partecipazione, se sono vivi i partiti e funziona la rappresentanza dei sindacati e delle organizzazioni della società civile».
Per Massimo D’Alema, che non ha risparmiato diverse frecciate a Renzi senza mai nominarlo, la sinistra deve partire da una profonda riflessione su quanto accaduto il 4 marzo: «Non è stata solo una sconfitta elettorale, è successo qualcosa di molto più grave, c’è stata una perdita di senso della sinistra italiana. Quando tu ti dissolvi nella tua base sociale vuol dire che è successo qualcosa che va oltre la politica: si è spezzato il rapporto sentimentale tra la sinistra e il suo popolo».
Secondo D’Alema «non ha vinto la destra, ma ha vinto il rancore di chi è stato deluso, da chi si è sentito tradito dalla sinistra e che ha votato per quello che gli sembrava più somigliante alla sinistra e alle sue battaglie storiche, combattere le ingiustizie e aiutare i più poveri». Ora è dunque il momento di una profonda autocritica: «La sinistra deve avere il coraggio di dire “abbiamo sbagliato” perché con misure come il jobs act e la buona scuola abbiamo colpito le nostri basi sociali. Bisogna ripartire da qui e cercare insieme una strada nuova».
A chiudere il dibattito il segretario generale dello Spi Cgil Ivan Pedretti, che ha spiegato perché il maggior sindacato italiano dei pensionati faccia ancora un “investimento” sulla sinistra: «Perché abbiamo ancora bisogno dei suoi valori fondanti: l’uguaglianza, la giustizia, il lavoro, il welfare e dobbiamo reciuperare la forza di questi valori, che la sinistra stessa e non solo nell’ultima fase della sua storia, ha purtroppo messo in discussione. Lo Spi Cgil è una forza che ha bisogno di una forte sponda politica, perché ha bisosgno di legislazione e questa sponda è mancata. Così come è mancata l’unità della sinistra. Se in altre situazioni, penso ai laburisti o al Partito democratico americano, si è riusciti a stare insieme pur nelle diverse sfumature, perché in Italia non ci si riesce?».
Davvero difficile sintetizzare un dibattito che è stato estremamente ricco di spunti di riflessione e temi da approfondire. Chi volesse seguirlo trova qui la registrazione completa.
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