Via il mortaio, i caduti sorvegliati dalla penna degli alpini

La scultura in metallo realizzata qualche tempo fa. Il 4 Novembre il saluto ai giovani che non tornarono più

La penna degli alpini diventa monumento

Al posto del cannone c’è una penna d’alpino in acciaio, stilizzata, di una particolare qualità di metallo che accetta di invecchiare assieme al tempo accogliendo ruggine e segni delle intemperie.

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È quanto il visitatore trova al cimitero di Orino dove da anni sono sepolti i combattenti, alcuni giovanissimi, caduti sul Tagliamento, sul Piave, Cividale, e altre cime alpine. Ma anche chi mai più fece ritorno al paese, i dispersi.

Il monumento – che si trova presso l’ingresso del cimitero dove dal 1829 c’è il grande tiglio monumentale, fra gli alberi più belli della zona – venne arricchito qualche anno fa da un mortaio da 81 millimetri.

Un residuato bellico demilitarizzato, e puntato verso valle. Un fatto che venne seguito dalla posa, nel paese vicino, Azzio, di un secondo mortaio, quasi a “rispondere” col ferro (ma senza il “fuoco” poiché naturalmente anche in questo caso eravamo di fronte ad un residuato non più funzionante) al segno militare scelto dai vicini di casa. Un articolo su Varesenews dei tempi raccontò tutto questo, cui seguirono lettere al direttore e alcune prese di posizione di amministratori della zona.

Ora tutto è sopito, anche alla luce del nuovo gesto: la posa, tempo fa, di una penna dell’alpino, stilizzata e posata al posto del fusto del mortaio.

La scultura è stata disegnata da Misaele Perin, presidente del gruppo alpini Orino-Azzio e realizzata da un fabbro locale che ha tagliato la lastra d’acciaio.

Ora i gruppi alpini dei due paesi di preparano per la grande manifestazione che domenica matina vedrà suonare il silenzio e l’alzabandiera proprio nel monumento ai Caduti di Orino, cui seguirà una messa nella chiesa di Azzio.

Sabato 3 novembre, invece, alle 19, è prevista una cerimonia di presidio e saluto dei caduti a tutti i monumenti della provincia di Varese. Gli alpini, e tutti i cittadini potranno portare un fiore ai nostri morti.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 02 Novembre 2018
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