Corde e nascondigli: l’Arnetta si trasforma in via di fuga per gli abusivi

I numeri dei sequestri fatti da settembre, tra ospedale, zone commerciali, piazza Garibaldi

Pesci nell'Arnetta

La Polizia Locale aumenta i controlli e i venditori abusivi creano una “uscita di sicurezza” lungo l’Arno, il torrente che attraversa la città di Gallarate. «Si lanciano nel fiume, attraverso un sistema di corde, nascondendo la merce per evitare il sequestro» spiega l’assistente scelta. Corde piazzate strategicamente lungo il fiume, tra via Dubini (zona parcheggio dell’ospedale) e l’area commerciale verso Arnate, per sfuggire ai controlli e – soprattutto – ai sequestri.

Una ventina sono i venditori presenti a Gallarate, tra via Dubini, via Pastori, piazza Garibaldi, il centro commerciale Malpensa 1, il centro Torri del Seprio (“le sorelle Ramonda”).
«Da settembre abbiamo introdotto un servizio fisso di contrasto all’abusivismo commerciale, due volte a settimana per tre ore» spiega l’assessore Francesca Caruso.

Trentacinque violazioni e ventiquattro sequestri di merce, in ventinove giorni di “pattuglione” contro i venditori abusivi. Da venerdì alle pattuglie anti-abusivismo partecipano anche i carabinieri: «Li riproporremo sicuramente anche in futuro» dice il capitano Matteo Russo, che sottolinea che l’abusivismo che sfocia in accattonaggio molesto è «un comportamento border line che rischia di sfociare in reati».

gallarate generico

Da questo punto di vista il Decreto Sicurezza: «L’attività di parcheggiatore abusivo, 7-15 bis del codice della strada, da sanzione amministrativa diventa reato: la prima infrazione è amministrativa, la seconda diventa violazione penale». Il 10 dicembre l’attività abusiva è stata contestata nel parcheggio Malpensa1 a un ragazzo nigeriano, «sperando capisca che seconda violazione avrebbe conseguenze sul suo titolo di soggiorno in Italia».

L’attività – secondo la Polizia Locale – frutta a ogni abusivo 150 euro a settimana. Ma i controlli hanno effetto a lungo termine? Secondo il vicecomandante Giuseppe Martorana dice di sì, anche se per ora è solo una percezione. «La presenza è diminuita in maniera sostanziale. Forse è anche il freddo che ci ha dato una mano, ma i risultati ci sono».

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 17 Dicembre 2018
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