Giuseppe Buccinnà, l’ingegnere diventato stilista

E' considerato uno dei giovani più promettenti tra gli stilisti e sta lavorando alla nuova collezione che presenterà a Milano e Parigi. Ecco come nascono i suoi abiti

Tempo libero generica

Quando la geometria trova il modo di sfilare in passerella, il risultato è affascinante. Camicie, pantaloni, felpe e magliette rispondono ad un’estetica essenziale ma profonda che racconta una realtà contemporanea.

Giuseppe Buccinnà è un fashion designer di Luino ed è considerato uno dei giovani più promettenti del settore. Il suo percorso nella moda è iniziato tempo fa, dal Politecnico di Milano dove ha studiato Ingegneria Civile, poi ha frequentato l’Istituto Secoli per la Moda.

Un percorso di studi particolare se si ha nella testa la figura dello stilista tra piume e paillette ma che per lui si è rivelato molto fertile: «Mi ha permesso di avere uno spazio di manovra molto ampio, dove poter sviluppare la mia poetica, attingendo da diversi mondi. Tecnica e arte si fondono in me e appartengono alla stessa categoria, mi permettono di avere punti di vista diversi. Dall’ingegneria porto nella moda l’amore per l’estetica dei numeri che ha un fascino tutto particolare per me. Si vede nelle forme che creo, tendono all’armonia perché la matematica è questo. Armonia pura che io cerco di applicare alla forma dei miei abiti».

Il risultato sono capi minimalisti che colpiscono per la loro unicità e per un linguaggio che va oltre al pezzo di stoffa: «Per me l’abito è la sintesi di un processo creativo, un linguaggio per raccontare il mondo che ci circonda. Non c’è nulla di più diretto della moda per narrare il tempo in cui viviamo, i suoi cambiamenti e la sua evoluzione. E’ uno strumento immediato, rapido e diretto. Nel vestiario delle persone c’è già un racconto».

Generico 2018

Le collezioni di Giuseppe Buccinà infatti, prediligono le forme geometriche e l’essenzialità nei tagli ma lasciano anche trasparire l’influenza di pittori, artisti, poeti da cui coglie esperienze per creare un linguaggio tutto nuovo. Tagli classici si fondono così con altre geometrie: «Vorrei che i miei capi possano parlare per me. Alla base di tutto il mio lavoro c’è un fil rouge con tutto quello che è il mio mondo. È per questo che ho la necessità di mixare più elementi: una nota, un suono, una fotografia, il colore di un quadro. Creo e poi sottraggo come fosse un’operazione matematica: togliere per rendere tutto meno egoico e quindi esporre».

Un lavoro di sintesi che prende spunto da «altri stilisti, penso alla scuola Belga o quella dei Giapponesi, Margiela o Yamamoto ad esempio ma anche artisti come Bacon, de Chirico, Goya o più contemporanei come Justin Mortimer».

Giuseppe Buccinà al momento sta lavorando alla nuova collezione e in primavera la presenterà a Milano e Parigi: «La creazione inizia sempre dai canoni estetici dell’idea di donna che potrebbe indossare i capi, scelgo le linee guida, sviluppo due o tre colori solitamente estratti da quadri, fotografie e immagini. Lascio questi colori tra il bianco e il nero e faccio in modo che “aderiscano” ai capi disegnati».

Un lavoro fatto di creatività e impegno che ha tradizioni profonde nel “made in Italy” ma che spesso si scontra una realtà frenetica e che cerca risultati immediati: «Per i giovani è difficile farsi strada in questo mondo e trovare persone che hanno l’intenzione di investire su nuove creatività. La mia esperienza mi ha portato a vivere e lavorare a Milano ma è nella provincia che ho trovato realtà dove la misura del lavoro è diversa e dove si dà ancora importanza alle persone, alla loro umanità e sapienza. La speranza è che queste aziende abbiano il coraggio di guardare avanti e investire anche sui giovani».

Adelia Brigo
adelia.brigo@varesenews.it

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Pubblicato il 10 Dicembre 2018
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