Lontana da casa per seguire il figlio in cura, accolta dal “sorriso”
Luisa, mamma di cinque figli, da marzo scorso vive nella Casa del Sorriso con i due gemellini, in cura in ospedale. Un'esperienza difficile ma resa più leggera dal clima accogliente e solidale
È arrivata nel marzo scorso, quando i gemellini avevano poco più di sei mesi. Ora i suoi bimbi camminano e sono sempre in movimento, alla ricerca di caramelle e torroncini.
Luisa è una mamma ospite della Casa del Sorriso, arriva da Napoli dove ha lasciato il marito e altri tre figli.
È a Varese perché il suo piccolo è paziente della dottoressa Cristofari dell’audiovestibologia. Ha messo l’impianto coclearie e ora sta facendo l’educazione con i logopedisti.
Dovrà rimanere ancora a lungo: « Senza l’opportunità di vivere in questa piccola comunità non so se ce l’avrei fatta – commenta Luisa ringraziando Emanuela Crivellaro, presidente della Fondazione Il Ponte del Sorriso che, insieme alle volontarie, gestisce la casa di 12 miniappartamenti a disposizione delle famiglie dei pazienti curati dagli ospedali cittadini.
« Qui mi sento come in famiglia. Sono coccolata e sostenuta quando arrivano i momenti tristi. Certo, spesso è difficile vivere così lontano. Ma l’atmosfera di cordialità e il supporto che si riceve dalla altre mamme ospiti valgono molto. Così si stringono i denti e si va avanti».
Quando Luisa non è in ospedale per le cure del bimbo, esce e va in centro: « Ormai mi muovo senza problemi e mi piace andare a vedere gente. I miei bambini si divertono con i tanti artisti di strada: si fermano, ballano. E la gente mi si avvicina, meravigliata da tanta allegria». Se non è fuori casa, Luisa cucina pranzetti per tutti: « È un’ottima cuoca e ci fa trovare sempre piatti pronti buonissimi» commenta Emanuela Crivellaro che gestisce ormai da due anni questa casa: «Siamo sempre pieni e le richieste sono tantissime. Occorrerebbe raddoppiare l’offerta. Questa è una struttura che poche città hanno. È un vanto per Varese. Le famiglie trovano nella Casa del Sorriso un appoggio sereno, confortevole, dove c’è condivisione e mutuo supporto. I prezzi sono assolutamente ragionevoli perché chiediamo solo il rimborso delle spese vive».
Non sono sempre feste e sorrisi. Ci sono anche momenti tristi e dolorosi dove la piccola comunità sa comunque fare quadrato per sostenersi : «Di solito chi arriva ha il morale a terra. Deve affrontare rischi e sfide difficili. I momenti di ansia mettono davvero alla prova. Poi arrivano quei piccoli regali, i segni di profonda gratitudine che ti ripagando di ogni sforzo e dispiacere. Questa è un’esperienza splendida, dove emerge fino in fondo il valore dell’umanità e della solidarietà».
In due anni, la casa ha accolto 277 famiglie. Sono arrivate soprattutto dal Mezzogiorno: 33 dalla Campania, 25 dalla Calabria, 38 dalla Puglia, 37 dalla Sicilia. Ma ci sono anche arrivi dal Piemonte (29),dal Lazio (26), dalla Toscana ( 16). Molte sono state anche le famiglie lombarde ( 25) Marche (8), Liguria e Abruzzo ( 7 ). Anche una famiglia greca è stata accolta in uno dei mini appartamenti. Gli ospiti sono quasi tutti bambini che arrivano con le famiglie: pazienti della dottoressa Cristofari ma anche del professor Castelnuovo, uno dei più stimati chirurghi in campo oncologico per la parte del cranio e naso.
In via Lazio, c’è una casa gialla con un grande sorriso: quello dell’Italia che affronta insieme ogni battaglia.
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