Tav e Pedemontana per portare il made in Varese nel mondo

Una mobilitazione senza precedenti del mondo imprenditoriale italiano ha invaso le ex Officine Grandi Riparazioni di Torino: 12 associazioni di impresa insieme hanno manifestato per dire SI alla TAV e SI al rilancio di nuovi investimenti sulle infrastrutture. Le dichiarazioni dei presidenti di Univa, Cna e Confapi

Economia generiche

Il messaggio che il mondo delle imprese ha mandato al Governo circa il futuro della Tav, il progetto che dovrebbe collegare Torino e Lione, è stato molto chiaro. Alla manifestazione di Torino a favore della realizzazione dell’opera hanno aderito ben 12 associazioni datoriali rappresentanti il 65% del Pil nazionale e l’80% dell’export. I rappresentanti delle associazioni hanno firmato il manifesto per le #infrastrutturedidomani.

Di seguito le dichiarazioni sull’argomento dei rappresentanti varesini di Univa, Cna e Confapi.

RICCARDO COMERIO PRESIDENTE DELL’UNIONE INDUSTRIALI DELLA PROVINCIA DI VARESE
«È la posizione stessa della provincia di Varese a fare delle infrastrutture un tema centrale per lo sviluppo di qualsiasi attività di impresa sul territorio. Siamo un tessuto economico per propria natura votato all’export e all’internazionalizzazione, non possiamo rimanere al margine dei più importanti corridoi continentali come quello Ovest-Est (Lisbona-Kiev) e Nord-Sud (Rotterdam-Genova). Con Malpensa siamo nel mezzo di uno snodo europeo fondamentale, non terminare la Tav vorrebbe dire affossare qualsiasi ambizione di crescita delle nostre aziende, basta guardare una cartina geografica per capirlo. Il nostro appello alle forze di governo è chiaro e semplice: investite nelle infrastrutture, perché assecondare i comitati del no per inseguire del facile consenso, rischia di affossare la nostra crescita e, con essa, il lavoro e il benessere della nostra comunità.  A Torino si è tenuto un evento senza precedenti: l’impresa si è mobilitata in tutta la sua rappresentanza. Senza distinzioni è stato mandato un unico messaggio sostenuto da 12 associazioni datoriali nazionali che rappresentano 3 milioni di imprese che danno lavoro a 13 milioni di italiani. Parliamo di realtà da cui dipendono il 65% del Pil italiano e l’80% dell’export. La Tav è per noi fondamentale, basta la sola presenza di Malpensa per renderla tale. Ma ogni territorio oggi ha la sua Tav, e la nostra si chiama Pedemontana, un’opera che deve assolutamente essere portata a termine per non rendere inutili gli importanti investimenti fatti per realizzare il primo tratto. Così come è, appesa a metà, anzi per meno di un terzo, rischia di non servire a nulla. La manifestazione di interesse di 11 importanti operatori per la sua definitiva realizzazione, annunciata sempre ieri, è la dimostrazione dell’attrazione che esiste anche sul mercato per questa infrastruttura. L’analisi dei costi e dei benefici si fa all’inizio dell’apertura di un cantiere, che, una volta aperto deve essere portato a termine. Ha dell’irrazionale e dell’incomprensibile mettere sempre in discussione progetti pluriennali all’insediamento di ogni Governo. La politica dovrebbe spostare la discussione semmai sul futuro, non su quanto già deciso. Rischiamo di far perdere di credibilità al Paese, oltre che a creare incertezze economiche alle imprese e alla loro capacità di creare occupazione».

LUCA MAMBRETTI PRESIDENTE DI CNA VARESE TICINO OLONA
«Il Governo non può restare sordo alle voci che arrivano da Torino. La Cna è contraria alla politica del NO, ma invece è favorevole alla politica del Sì per far ripartire  una economia ingessata; la rapidità di trasporto e consegna delle merci non è un elemento secondario per un’economia  che funziona e proprio per questo le infrastrutture sono uno strumento  indispensabile e accanto alle grandi opere devono coesistere anche le piccole opere, le manutenzioni, la messa  in sicurezza degli impianti che sono gli ambiti specifici di attività delle imprese che Cna rappresenta. Sì alla Tav e a tutte le grandi opere importanti, come la nostra  Pedemontana che non può restare incompiuta perché ciò vanificherebbe gli investimenti sino ad ora realizzati e non conseguirebbe i risultati prefissati . L’economia e le imprese hanno bisogno di programmazione e di certezze che non possono essere stravolte ogni volta che cambia un governo che vuole riprendere tutto daccapo. Gli imprenditori sono abituati a programmare e a decidere sulla base di elementi certi, non variabili».

MARCO TENAGLIA PRESIDENTE DI CONFAPI
«In un contesto territoriale come quello della provincia di Varese, rappresentato da aziende manifatturiere che hanno resistito a questi anni di stagnazione economica solo grazie alle esportazioni -in considerazione del rallentamento della domanda interna – ipotizzare di essere esclusi dai grandi corridori europei significa erodere irrimediabilmente quel 60% di import-export italiano che passa attraverso le alpi. La promozione di un sistema di trasporti centrato sulla intermodalità che predilige il trasporto su ferro nelle medio-lunghe distanze è anche una scelta che va nella direzione della rapidità, sicurezza e sostenibilità ambientale. La presenza del sedime aeroportuale di Malpensa rende ancora più evidente la necessità di interventi che a regime connettono il nostro territorio con l’Europa e con il mondo,  offrendo agli operatori economici accessi più agevoli ai mercati di riferimento, migliorando efficienza e competitività delle nostre aziende. In un contesto sempre più orientato alla globalizzazione degli scambi escludere la centralità del nostro Paese dai flussi di business euro-mediterranei, significherebbe perdere competitività e attrattività per gli investitori internazionali. Confapi, che ha livello nazionale rappresenta 83.000 piccole e medie imprese con più di 800.000 addetti, unitamente a tutte le altre associazioni di categorie presenti ieri alla manifestazione torinese dice si alle  grandi infrastrutture strategiche europee! Si al futuro, allo sviluppo e alla crescita sostenibile! Scelte che vanno nella direzione di garantire una trasformazione economica e sociale in grado di aumentare la qualità dello sviluppo ed il benessere delle nuove generazioni».

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Pubblicato il 05 Dicembre 2018
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