“Un piano per salvare Trenord, non i servizi ferroviari”

pendolari trenord

I rappresentanti dei viaggiatori bocciano il piano di Trenord, concordato con la Regione per superare – nell’arco di due anni – i problemi della società. «Da lunedì 10 dicembre verranno soppresse e parzialmente sostituite con autobus circa 180 corse al giorno (oltre il 7% del totale) sulla rete di Trenord» dicono Franco Aggio, Giorgio Dahò, Stefano Lorenzi, Matteo Mambretti e Sara Salmoiraghi, delegati indicati in tutta Lombardia. Va notato che sul Varesotto l’impatto è piuttosto limitato, ma ci sono aree di Lombardia dove il servizio vedrà una significativa contrazione, anche su linee che collegano Milano con capoluoghi di provincia (il caso più eclatante è Mantova, che rimane con un pugno di corse ferroviarie).

La prima critica è su come si è decisa la operazione: «In primo luogo, non ci si può esimere dall’evidenziare che si siano letteralmente calpestati la Legge Regionale 6/2012 ed il Contratto di Servizio per quanto riguarda la programmazione e le competenze sulla programmazione dei servizi, la qualità del servizio erogato ed il coinvolgimento del territorio e delle rappresentanze dei Viaggiatori. Tale coinvolgimento sarebbe dovuto avvenire sia nella sede istituzionale della Conferenza del TPL che dei Tavoli con i rappresentanti di utenti e pendolari almeno 90 giorni prima della riprogrammazione dei servizi. Nonostante le criticità del sistema siano note da tempo, Regione Lombardia ha convocato solamente negli ultimi giorni i Tavoli di quadrante, senza preoccuparsi di far conoscere preventivamente il contenuto di dettaglio del Piano affinché gli interessati potessero esprimere le osservazioni in merito con adeguata cognizione di causa, violando gravemente ogni principio di trasparenza ed equità e mettendo deliberatamente in stato di inferiorità i propri interlocutori. Nulla si sa di tempi e modalità per il rientro dall’emergenza».

Poi c’è la concretezza delle cose: «Rispetto ai servizi sostitutivi, nonostante le reiterate richieste da parte nostra, stigmatizziamo in particolare la mancata esibizione delle autorizzazioni necessarie, che devono essere emesse dalle Autorità preposte, specie sulla messa in sicurezza delle fermate, della verifica di percorribilità viabilistica dei percorsi utilizzati dai bus e, non da ultimo, della garanzia dei tempi di percorrenza, aspetti sui quali non è stata data alcuna garanzia. Ad oggi, non vi sono neppure risposte in merito alla realizzazione, che sappiamo tecnicamente fattibile, di una app (del tipo my-link) che consenta agli utenti di conoscere in tempo reale la posizione degli autobus sostitutivi e la previsione di arrivo alle fermate».

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«Il Piano proposto si rivela dunque ben lungi dall’affrontare le vere criticità in essere del sistema ferroviario lombardo che riguarda 750.000 .utenti, anche in vista della stagione invernale, e senza alcuna garanzia di un piano di rientro dall’emergenza, con tempi definiti. Ne sono dimostrazione la mancata definizione di un Piano di interventi sulle infrastrutture in grado di alleviare i problemi di capacità evidenziati da Trenord, la mancata apertura di un Tavolo con Ministero ed ANSF per fluidificare la circolazione e l’assenza di un piano per alleviare le criticità date dalla chiusura del ponte di Paderno con il crono programma dei lavori».

«L’unico vero obiettivo, ovviamente non dichiarato, della manovra rimane quello della salvaguardia dell’equilibrio economico di Trenord, che, in mancanza di una accordo di rimodulazione de facto del Contratto di Servizio, sarebbe travolta dall’effetto congiunto delle penali e dei mancati contributi per i servizi non effettuati. A tal fine, l’Azienda si pone in condizioni di auto-salvaguardia grazie al taglio di una fetta consistente dei servizi, specie di quelli meno remunerativi».

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Pubblicato il 07 Dicembre 2018
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