Viktor o Viktoria? La libertà di scegliere nella Berlino prima dei nazisti

Tra suoni da cabaret anni Venti e scenografie cangianti, Veronica Pivetti ha portato al Teatro delle Arti uno spettacolo divertente e frizzante

Generico 2018

Valeria Longo racconta su Instagram gli spettacoli della stagione teatrale delle Arti di Gallarate. Ultimo spettacolo, “Viktor und Viktoria”, riduzione del film di Reinhold Schünzel del 1933, famoso anche nella versione di Blake Edwards del 1982 

Si apre il sipario e siamo in Germania, negli anni della Repubblica di Weimar, alla vigilia della salita al potere di Hitler.
È un freddo inverno berlinese e Susanne arriva dalla provincia, affamata, senza un soldo e accompagnata solo dalla sua valigia di cartone vuota. È un’attrice senza scrittura, giunta a Berlino per cercare lavoro, è qui che si imbatte in Vito, simpatico emigrato napoletano che dopo essere rimasto incantato dalla sua voce e dalla sua presenza scenica le propone un lavoro come attrice.
E il ruolo? Il ruolo è quello di un uomo!
Un uomo? Sì, ma un uomo che dovrà interpretare una donna.

Dovrà esibirsi nei teatri di cabaret mostrandosi come una donna seducente, incantando il suo pubblico cantando, e svelando l’inganno solo a fine spettacolo, togliendo la parrucca e mostrandosi uomo lasciando gli spettatori attoniti e divertiti.
Susanne accetta, diventa così Viktor und Viktoria, ed è subito un successo. Sera dopo sera Viktor und Viktoria conquista i più importanti teatri d’Europa, è completamente a suo agio in questo doppio ruolo e divertita dall’inganno nell’inganno, salta con disinvoltura dai panni dell’uomo a quelli della donna. Fino a quando, durante l’ennesima esibizione, incontra lo sguardo del conte Frederick…di cui inevitabilmente si innamora. Che fare a questo punto? Rinunciare ad un amore? Rinunciare al lavoro? Svelare la vera identità? Vivere da clandestini?

Non va dimenticato il contesto in cui si svolge la vicenda, sono anni difficili, anni in cui la diversità è condannata, la libertà di espressione repressa e la paura inizia a fare capolino…I rimandi a questi temi sono ben presenti, nonostante la scelta sia quella di far prevalere l’ironia, il colore, e l’allegria.
Spettacolare la scenografia: due pannelli girevoli, utilizzati per creare molti ambienti diversi, sono gli attori stessi a muoverli e a modificare le scene… geniale!

Bravissimi gli attori, con la scoperta di una Veronica Pivetti anche cantante davvero niente male. Sebbene io non ami il cantato a teatro ho apprezzato moltissimo le parti musicali…tant’è che la canzone di apertura e chiusura mi resta in mente ancora oggi:
“Se ti nascondi dietro la paura e la tua vita è nera, buia e scura, urla più forte, urla a squarciagola, l’ amore è viola noi siamo così.
Spezza l’anello della tua catena, tingi il tuo cuore di viola e di lillà. Il mondo cambia e cambierà la scena, viola è il colore della libertà.”

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 13 Dicembre 2018
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