Chiesto il rinvio a giudizio per due carabinieri, avevano rapporti con criminali gelesi
L'inchiesta ha coinvolto tre militari di Busto (uno è deceduto) ed è partita dalle intercettazioni della Procura di Novara che indagava sull'omicidio di Mattro Mendola. I due sono accusati di truffa allo Stato e falso ideologico
La Procura della Repubblica di Busto Arsizio ha chiesto il rinvio a giudizio di due carabinieri per truffa ai danni dello Stato e falso ideologico, un terzo è deceduto durante le indagini.
A dispetto delle accuse formalizzate è emerso anche che i tre intrattenevano rapporti costanti con alcuni esponenti della criminalità gelese, tra i quali anche coloro che sono accusati di aver ucciso Matteo Mendola, il bustocco ritrovato senza vita nelle campagne di Pombia tra il 4 e il 5 aprile del 2017 e per il cui assassinio sono già stati condannati in primo grado gli esecutori Angelo Mancini e Antonio Lembo mentre il presunto mandante, Giuseppe Cauchi, ha scelto il dibattimento. Le lunghe chiacchierate tra esponenti della malavita gelese e i militari infedeli erano state captate dagli inquirenti novaresi che indagavano sull’omicidio e subito trasmesse alla Procua di Busto Arsizio che ha avviato l’indagine.
È emerso che i tre carabinieri intrattenevano contatti quotidiani con molti gelesi residenti in città, legati al gruppo accusato dell’omicidio. Non solo, sarebbero stati documentati anche dei passaggi di danaro da parte di alcuni pregiudicati in cambio di informazioni utili su possibili indagini.
Ma c’è dell’altro, un diffuso senso di impunità che ha portato i militari ad usare la macchina di servizio per scopi privati, falsificare ordini di servizio che non erano mai stati effettuati, inventandosi di sana pianta anche i nomi delle persone controllate, prendere decine di giorni di malattia e poi andare in vacanza all’isola d’Elba (pubblicando sui social network le immagini della vacanza).
Uno dei tre, inoltre, aveva anche un secondo lavoro nella sicurezza dell’erede Savoia Emanuele Filiberto che proprio recentemente è stato a Busto Arsizio per inaugurare una piazza (con tanto di polemiche), lo stesso militare passava notizie ad un noto organo di stampa locale alterandone il contenuto.
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