“Col falò si celebra l’energia del fuoco, non la devastazione”

Sulla tradizione del falò di sant'Antonio, e sulla sua opportunità nei giorni dell'incendio della Martica, parlano gli organizzatori e l'amministrazione comunale

falò di sant'antonio

In questi tempi in cui il fuoco evoca solo paura e monti andati in fumo, il falò di sant’Antonio s’ha da fare oppure no? verrà sospeso o la tradizione continuerà? Dopo i tanti vostri commenti all’articolo che lo annuncia, alcuni dei quali perplessi abbiamo provato a chiedere la situazione agli organizzatori e al Comune, che patrocina la festa.

«Siamo al lavoro da tempo, dobbiamo solo definire operativamente i dettagli, per viabilità e bancarelle – spiega il vicesindaco Daniele Zanzi, che è anche assessore alla sicurezza – Sull’argomento ci sono incontri in prefettura congiunti, ci sono le norme di sicurezza per il rischio di incendi».

Sono parole rassicuranti, quelle del vicesindaco: «Del resto, ogni anno per il falò di sant’Antonio le criticità sono due: il rischio dei lapilli e quello della folla e degli assembramenti. Ma faremo, come sempre, di tutto per organizzarla al meglio: ci aspettano ancora tre riunioni organizzative con settori commercio e ordine pubblico».

Non è quindi il problema sicurezza quello che potrebbe far “saltare” il falò. Ma è opportuno farlo, sotto la spinta emozionale?

«In realtà l’occasione del 16 gennaio è da vedersi non solo nell’ottica della tradizione, della sagra, della raccolta dei contributi per il bene comune, ma anche come un momento in cui la cittadinanza ha proprio modo di testimoniare la gratitudine per Vigili del Fuoco e Protezione Civile – spiega Giuseppe Redaelli, presidente dei Monelli della Motta, a nome del gruppo che si sta adoperando per perpetuare la centenaria tradizione – L’abbiamo fatto l’anno scorso per quanto hanno fatto per il Campo dei Fiori, siamo certi che la cittadinanza si stringerà ancor più calorosamente intorno a loro anche per quanto hanno fatto con la Martica. Proprio il momento del falò, tra l’altro, sottolinea la sacralità del fuoco governato, in contrasto con la devastazione del fuoco selvaggio dell’incendio boschivo. Come organizzatori riteniamo che questa sia proprio un’occasione per mostrare la positività del fuoco gestito: il fuoco è energia e calore, punto di aggregazione, in particolare il 16 gennaio quando assume anche un valore solidale e di incontri sociali».

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 08 Gennaio 2019
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