Idratazione, riposo e medicinali comuni: la ricetta per la cura dell’influenza
In vista del picco influenzale previsto a fine mese, il responsabile del Dipartimento di emergenza e urgenza dell'Asst Sette Laghi dà alcuni consigli per affrontare la malattia di stagione
L’influenza non c’è ancora. In compenso, molti varesini si ritrovano ko a causa di sindromi parainfluenzali dovute a batteri che danno sintomi simili all’influenza ma che scatenano gastroenteriti, tonsilliti, polmoniti, che nulla hanno a che vedere con il virus dell’influenza. L’influenza, quella vera, è attesa per fine mese.
In vista dell’arrivo del picco di contagio, è bene tenere presente alcune indicazioni di massima che permetteranno ai cittadini di affrontare al meglio il problema, evitando inutili accessi nei Pronto Soccorso: “Premesso che la prevenzione massima contro l’influenza è rappresentata dalla vaccinazione – spiega Saverio Chiaravalle Direttore del Dipartimento di Emergenza Urgenza dell’ASST dei Sette laghi- nel caso in cui si dovesse contrarre l’influenza con sintomi quali febbre alta, brividi, mal di testa, dolori muscolari, tosse e mal di gola, è importante ricordare ai soggetti sani che, per curarsi, è sufficiente ricorrere ai comuni sintomatici, senza dimenticare l’importanza di un’abbondante idratazione e di qualche giorno di riposo. In questa situazione non bisogna recarsi in Pronto Soccorso. Nel caso invece di soggetti anziani, affetti da patologie croniche, immunodepressi o allettati, è importante ribadire che il riferimento primario è il Medico di Medicina generale: sarà lui a decidere se inviare il paziente in Pronto Soccorso. Autopresentarsi in Pronto Soccorso per un’influenza, infatti, crea un doppio disagio: innanzitutto per coloro che hanno realmente bisogno di cure urgenti e, in seconda battuta, per lo stesso paziente che, inevitabilmente, dovrà dare la precedenza a chi ha più bisogno di questo servizio”.
Per quanto riguarda la vaccinazione antinfluenzale, si precisa che siamo ancora in tempo per vaccinarci: “Il picco influenzale è previsto per la fine di gennaio, – spiega la d.ssa Augusta Diani, Responsabile della struttura aziendale dedicata alle vaccinazioni – e quindi fino ad allora può essere utile ricevere il vaccino. Anche dopo il picco, infatti, è possibile contrarre l’infezione, più o meno fino alla fine di febbraio. Inoltre, è stato rilevato statisticamente che è proprio verso il termine del periodo epidemico che si riscontrano le maggiori complicanze Per questo motivo, chi non ha ancora ricevuto il vaccino può rivolgersi alle sedi vaccinali della nostra Azienda”.
Importante sottolineare anche le vaccinazioni somministrate alle gravide nel secondo e terzo trimestre di gravidanza, proposta per la prima volta quest’anno e che ha trovato ampio consenso.
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