Medico, poeta, uomo: Varese ha celebrato Emilio Bortoluzzi
Tutto esaurito al salone estense per l'omaggio della città al professore scomparso nel marzo scorso. Presenti il sindaco e l'assessore Cecchi
Un grande medico con un’umanità speciale. Un appassionato di musica, soprattutto barocca. Un poeta raffinato.
La figura poliedrica di Emilio Bortoluzzi è stata narrata nel salone estense di Varese. Moltissimi i varesini che hanno voluto partecipare al ricordo del professore scomparso nel marzo scorso.
La famiglia, con la moglie Stefania e i figli Elisa, Alberto e Chiara hanno accolto con piacere l’invito a preparare un momento di ringraziamento per un uomo che ha dato molto alla collettività sotto molti punti di vista.
A ricordare il volto umano e attento del medico sono intervenuti il professor Giuseppe Armocida, che di Bortoluzzi fu collega , e Dino Azzalin, dentista e appassionato di poesia che ha ricordato l’elevato spessore del medico raccontando l’episodio del loro incontro, nel 1973, in occasione della grave malattia che colpì la nipote neonata. Il professor Silvio Raffo ha analizzato la poetica di Emilio Bortoluzzi, pienamente aderente alle differenti correnti che hanno caratterizzato il Novecento, ermetico agli esordi e melodico nelle raccolte successive. A Mario Chiodetti, giornalista e fotografo, è spettato il compito di narrare la passione musicale di Bortoluzzi, soprattutto per il pianoforte e per il genere barocco.
A fare gli onori di casa il Sindaco Davide Galimberti : « Abbiamo voluto organizzare un momento per ricordare un grande cittadino, un professionista illuminato ma anche un uomo di alto spessore civile e culturale».
All’incontro , il primo di una serie organizzati dalla biblioteca per offrire ai cittadini momenti di approfondimento incentrati su temi e protagonisti della vita varesina e che saranno raccolti con l’hastag #biblioteca, ha preso parte anche l’assessore alla cultura Cecchi: « Non ho avuto il piacere di conoscere Emilio Bortoluzzi ma, dai racconti che ho ascoltato, ho capito che è stato uno elemento di grande valore, uno dei punti di forza dell’intera città. Quando ero giovane sono stato un “sessantottino”: allora ritenevo che le commemorazioni non avessero senso. Oggi ho cambiato la mia visione e, come disse Benedetto Croce: “ L’uomo è la sua storia”. Credo che Bortoluzzi sia stato un fulcro di questa città e occorre conoscerne la storia e l’opera per capire chi siamo oggi e dove stiamo andando».
Dal testamento culturale e morale narrato da chi lo conobbe, Varese può interpretare il suo cammino.
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