Petrolio nel Varesotto? Dal Ministero dell’Ambiente un primo stop alla ricerca
La ricerca sulle due sponde del Ticino, proposta da Shell, coinvolgeva anche 12 comuni (più due) della nostra provincia. La Stampa anticipa il contenuto dell'analisi della Commissione Tecnica del Ministero, che ha rilevato carenze su punti delicati
Per ora è un “Preavviso di rigetto”, ma potrebbe trasformarsi in uno stop definitivo a un progetto che ha suscitato una certa preoccupazione: quello di ricerca di petrolio nella pianura sulle due sponde del Ticino.
Ne abbiamo scritto già nei mesi passati: era una proposta di ricerca di idrocarburi presentato dalla Shell e che ora – anticipa La Stampa – sarebbe a un passo dalla bocciatura.
La multinazionale alla fine del 2017 aveva presentato tutti i documenti per la VIA, la Valutazione di Impatto Ambientale, per l’indagine geofisica nell’area del permesso di ricerca di idrocarburi denominato “Cascina Alberto”. È un’area enorme, in pianura padana: 420 chilometri quadrati tra Piemonte e Lombardia, che coinvolge anche 12 comuni della provincia di Varese. Shell vuole sondare il terreno attraverso un rilievo geofisico 2D che inizialmente era previsto per il prossimo inverno ma che orla slitterà più avanti. Sulla carta dopo questi rilievi, in caso di dati positivi, seguirebbe prima un pozzo esplorativo e poi la piattaforma estrattiva vera e propria (LEGGI QUI TUTTI I DETTAGLI).
La Stampa cita una serie di passaggi del pronunciamento della Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale del Ministero dell’Ambiente presieduta dal tecnico Enea Monteforte Specchi:
Il gruppo di lavoro […] ha specificato che il progetto di sondaggio geofisico “non indica nemmeno dove saranno localizzati i campi base per lo svolgimento delle attività di rilievo”. Altre criticità sono state individuate nelle fasi realizzative dei sondaggi: “Non è chiaro se il tubo di rivestimento per i fori delle cariche esplosive sia di materiale plastico o sia di materiale biodegradabile. Manca tra l’altro un’analisi degli impatti sulle falde acquifere generato dalle indagini con esplosivi” (continua a leggere su La Stampa).
Il giudizio tecnico potrebbe anticipare la bocciatura definitiva, come già avvenuto a fine 2018 nel caso di un’altra ricerca, quella denominata “Cariso”, dal nome del paese al centro dell’area di ricerca, a Ovest del fiume Sesia.
Il territorio interessato in provincia di Varese era quello dei Comuni di Angera, Comabbio, Golasecca, Lonate Pozzolo, Mercallo, Osmate, Sesto Calende, Somma Lombardo, Taino, Travedona Monate, Vergiate e Vizzola Ticino, più Mornago e Ternate.
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