“Ho portato un lama in centro a Varese per far felici i bambini. E lo rifarò”
Giacomino Majani racconta perchè ha portato un lama a passeggiare nel centro di Varese e lo rifarà: "La parte più difficile era convincere la gente che non volevamo soldi"
«Per i bambini che amano gli animali, per quelli che vorrebbero averne uno o per quelli che non sono andati mai in una fattoria o in uno zoo. È per loro che lo faccio». Giacomino Majani spiega così perché domenica ha portato un lama a passeggiare nelle vie del centro di Varese, per i bambini.
«Ho 25 anni, da sempre ho una grande passione per gli animali e quindi ho voluto condividerla con gli altri in un posto un po’ particolare». Così ha preso Isidoro -così si chiama il lama-, lo ha caricato su un furgone e lo ha portato a passeggiare tra le vie del centro. Foto, video, carezze: Isidoro è diventato presto la star di tutti i bambini (e non solo). «Ero con un mio amico che aveva il compito di pulire dove eventualmente avessimo sporcato, ma alla fine è diventato praticamente un fotografo». Giacomino si era preparato la strada già sabato portando in centro un pony e lo rifarà anche in futuro «di sicuro il 17 gennaio per la benedizione degli animali e poi vorremmo farlo ancora in altre occasioni, se continueranno a permettercelo». Già oggi nella loro insolita camminata in centro hanno incontrato due pattuglie di carabinieri e poi parlato con la polizia locale, spiegando quello che stavano facendo. E alla fine tutti li hanno fatti proseguire: «portiamo animali bravissimi, siamo assicurati e puliamo se lasciamo sporco».
«Io sono di Varese, nella vita mi occupo di giardini e piante con la mia azienda “I giardini del Fauno” -racconta il giovane- e con i miei amici ho un po’ di animali: lama, pony, cavalli, asini, galline. È la nostra passione ma nessuno aveva mai pensato di portarla a tutti». Una passeggiata che è stata ripagata solo dalla gioia e dai sorrisi dei bambini. «Dopo aver scattato la foto qualche genitore ha anche cercato di darci dei soldi, ma noi non li volevamo. Abbiamo cercato di spiegar loro che non eravamo lì per quello ma solo per far felici i bambini ed è stato difficile convincerli a non darceli».
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