Ostello della gioventù e housing sociale nel futuro della cooperativa di Bosto

Nella centenaria storia della cooperativa di via Sant'Imerio, Maria Chiara Moneta è la prima presidente donna. «Bisogna fare passi innovativi e diversi per dare risposte ai nuovi bisogni sociali»

Economia generiche

«Siamo in fase di rilancio». Con questo commento laconico ma decisamente ottimista, Maria Chiara Moneta, pedagogista e presidente della cooperativa di Bosto, ha ritirato il premio che Confcooperative Insubria ha assegnato alle società centenarie durante la recente assemblea generale di Como. (nella foto da sinistra: Maria Chiara Moneta e i consiglieri Barbara Antonini e Mario Zeni)

Nella storia della cooperativa di Bosto, Maria Chiara Moneta è la prima presidente donna. Nel 2017 ha raccolto il testimone dalle mani di Luigino Caravati a capo della società negli ultimi 30 anni. La cooperativa di via Sant’Imerio, che ha superato da tempo il secolo di vita, ha iniziato un nuovo corso grazie a una significativa integrazione generazionale tra gli amministratori. «Il nostro consiglio di amministrazione – spiega la presidente – vuole partire dall’esistente, valorizzare l’esperienza degli storici amministratori e al tempo stesso fare quel passo innovativo e diverso per dare risposte ai nuovi bisogni sociali».

La spiccata progettualità della pedagogista unita all’energia dei consiglieri ha dato un primo risultato: attualmente i 22 appartamenti di via Sant’Imerio sono tutti affittati per lo più a canone agevolato. Il passo ulteriore è rilanciare lo spirito di mutualità con un progetto di condominio solidale, facendo leva sulla possibilità che i soci inquilini della cooperativa e i residenti storici accolgano alcune fragilità sociali, come le mamme in difficoltà, gli anziani e i giovani.  Maria Chiara Moneta entra nel dettaglio: «Abbiamo uno spazio abitativo grande nel sottotetto del civico 10 di via Sant’Imerio che potrebbe essere ristrutturato e rimesso in funzione per creare un ostello della gioventù che in città non esiste, ma per farlo servono accordi e finanziamenti».

L’accoglienza non si improvvisa e per realizzare tutto questo Bosto ha bisogno di stabilire “alleanze” strategiche, in primis con il Comune di Varese e l‘università dell’Insubria.   L’immobile è in una posizione ideale perché è a due passi dalle stazioni ferroviarie e servito dalle principali linee di autobus. «La disposizione dei nostri locali lo consentirebbe – continua la presidente – inoltre c’è il circolo vuoto che potrebbe essere trasformato in uno spazio sociale aperto al quartiere e alla città dove le persone possano ritrovarsi la sera, come avveniva un tempo con il circolino».

Lo storico circolino di Bosto per molti anni è stato gestito dalla Castellanza, cooperativa di servizi molto attiva e conosciuta per le tante iniziative ricreative e culturali realizzate in quasi vent’anni di attività. Il circolino, nonostante il diminutivo, era un grande contenitore che comprendeva una mensa, una pizzeria, una bottega del commercio equo e solidale, una libreria, una ludoteca, un cyber cafè e, a partire dal 1997, anche la redazione giornalistica di Varesenews. In occasione dei suoi primi 20 anni di vita, il giornale ha prodotto il docufilm Digitalife che contiene un passaggio significativo del direttore Marco Giovannelli dedicato proprio al civico 10 di via Sant’Imerio dove tutto è nato*.

«Oggi come è ovvio ci sono due tipi di fatiche – conclude Maria Chiara Moneta – la prima di ordine economico, la seconda legata al cambiamento. La difficoltà sta nel fatto che non tutti sono pronti a cambiare ma per realizzare questi progetti è necessario farlo. Noi ci stiamo provando  con coraggio e passione».

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* Il docufilm sarà proiettato al Cinema Multisala Impero mercoledì 23 gennaio (ore 20 e 10).

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Pubblicato il 19 Gennaio 2019
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