Comerio: “Il livello di sopportazione è arrivato al limite”

Il presidente dell'Unione degli industriali della provincia di Varese nella conferenza stampa di inizio anno ha parlato con molta franchezza dell'attuale politica industriale del Paese

conferenza stampa di inizio anno Univa 2019

Senza abbandonare il consueto garbo, il presidente dell’Unione degli industriali della provincia di Varese, Riccardo Comerio, nella conferenza stampa di inizio anno ha parlato con molta franchezza dell’attuale politica industriale del Paese e della discrepanza che c’è, quando si parla di numeri e di cifre relative alla crescita, tra la realtà e le dichiarazioni dei politici. La sua irritazione nasce anche da alcune affermazioni secondo cui esisterebbe un “partito Confindustria“, l’ennesimo potere forte che lavorerebbe contro il Paese. «Il nostro capo del Governo – dice Comerio – è andato a Davos affermando che cresceremo dell’1,5%. La legge di bilancio ha previsto una crescita dell’1%, i principali osservatori economici prevedono tutti una crescita sotto l’1%: Bankitalia, Fmi e Ocse prevedono una crescita dello 0,6%, Standard & Poor’s dello 0,7% e noi industriali, che siamo stati i più generosi, dello 0,9%. Confindustria no ha nessun partito, ma ha a cuore l’interesse nazionale».

(CONSULTA L’INDAGINE CONGIUNTURALE INTERATTIVA)

Le cose non migliorano quando si parla di infrastrutture, perché secondo Comerio l’incertezza riguardante il tema della realizzazione di alcune opere strategiche allontana gli investitori stranieri dall’Italia. «In questo Paese siamo in una perenne campagna elettorale e il livello di sopportazione è arrivato al limite – continua il presidente di Univa –  Sul completamento della Tav c’è stato un convegno a Torino a cui abbiamo partecipato. Chi si oppone a questa opera, così come si oppone al completamento della Pedemontana, si mette dalla parte sbagliata della storia. Si continua a parlare di costi e benefici, mentre basterebbe prendere una cartina geografica per capire che l’Italia e Varese sono al centro di uno dei principali corridoi europei. Tra l’altro non è vero che i lavori del tunnel non sono iniziati, un primo tunnel esiste ed è lungo sette chilometri».

Con un export di 9,8 miliardi di euro nel 2017 e 7,9 miliardi nei primi 9 mesi del 2018 è naturale che gli industriali della provincia di Varese abbiano un forte interesse a veder completate infrastrutture come Tav e Pedemontana che permettono di incrementare e velocizzare gli scambi commerciali tra il nord e il sud dell’Europa. «In questo territorio – conclude Vittorio Gandini, direttore di Univa – ci sono settori, tra cui l’aerospazio e il farmaceutico, che necessitano di una politica industriale lungimirante per far sì che le filiere rimangano attrattive. Questo vale soprattutto quando parliamo di settori che sono rappresentati da multinazionali, come nel caso della chimica farmaceutica, che non ci pensano due volte ad andarsene quando le condizioni di contesto non garantiscono più un minimo vantaggio competitivo».

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 04 Febbraio 2019
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