Da “don” a monaco: il saluto di don Roberto Rogora
Lo ha annunciato nella messa che straordinariamente ha officiato nel pomeriggio di domenica 24, proprio nella "sua" cappella dell’ospedale del Ponte
Don Roberto Rogora è stato 27 anni cappellano all’ospedale del Ponte e in molti lo ricordano: mite, timido ma molto determinato a favore della vita, anche senza imporre nulla a nessuno.
Da poco più di un anno la sua vita non è piu in provincia di Varese: è stato, fino a pochi giorni fa, sacerdote confessore al santuario di Imborgnano, in provincia di Lecco.
Ma proprio questa esperienza «Importante e forte» gli ha dato l’ispirazione per andare oltre nella sua esperienza religiosa: tra pochi giorni entrerà in convento, vicino a San Marino, tra i monaci benedettini.
Lo ha annunciato nella messa che straordinariamente ha officiato nel pomeriggio di domenica 24, proprio nella “sua” cappella dell’ospedale del Ponte.
«E’ una scelta che è maturata nell’incarico cui ho adempiuto per questo anno e mezzo, incarico che è stato molto bello e importante – ha spiegato don Roberto Rogora – Confessando un così grande numero di persone, molte di loro con vite difficili, ho pensato che le parole che potevo dar loro di conforto potevano essere sostituite da qualcosa di più grande ancora: il pregare per loro, e per voi».
Una scelta che ha sbalordito anche i suoi superiori: «Ammetto che sono rimasti stupiti alla mia richiesta “Ma si fa monaco a 70 anni?” ha commentato il mio superiore. Però mi ha concesso un anno di prova: il tempo per vedere se davvero vorrò entrare definitivamente nel monastero, e poter comunicare loro la notizia».
Una comunicazione piccola piccola, data secondo il suo stile che predilige umiltà e modestia (e probabilmente questo articolo lo imbarazzerà pure…) e arrivata in coda alla celebrazione avvenuta nella piccola cappelletta interna, che ha commosso i partecipanti alla funzione che già lo conoscevano: «Voi siete la prima linea, nelle difficoltà quotidiane: le dovete combattere ogni giorno. Ma quando penserete che non ce la fate più, ricordatevi che c’è don Roberto che prega per voi, e che cerca di sostenervi».
Don Roberto Rogora andrà ora a pieve di Carpegna, nel monastero dei benedettini della Divina Volontà. Un convento piccolo che ha, nelle intenzioni e nello statuto, proprio l’importanza di “essere piccoli” e umili.
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