Giorno del Ricordo, la testimonianza di Grazia Del Treppo

L'appuntamento è in programma giovedì 7 febbraio, alle 18, in sala consiliare

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Domani giovedì 7 febbraio alle 18, in occasione della celebrazione del “Giorno del Ricordo”, nella Sala Consiliare del Comune di Sesto Calende, si terrà un incontro con Grazia Del Treppo, esule da Canfanaro (Pola – Istria). Nata nel 1941, a sei anni era costretta ad andare da sola a Pola per frequentare l’unica scuola elementare in lingua italiana rimasta in piedi dopo il 1947.

La famiglia solo negli anni ’50 riuscì a tornare in Italia e si stabilì a Torino, dove tuttora la nostra testimone vive. La sua famiglia era cattolica e tutta la sua educazione è avvenuta nel solco di un rigido rispetto dei dieci comandamenti.

Ha assistito personalmente alla delegittimazione e al martirio di diversi sacerdoti della zona, rei di essere “corruttori delle anime dei giovani”, in quanto combattevano l’ateismo di stato imposto dal maresciallo Tito. Alcuni di questi religiosi, a cavallo della fine della guerra, furono fucilati dai tedeschi dopo che qualche “patriota jugoslavo” si adoperò con false informazioni affinchè ciò avvenisse. Ancora oggi alcuni preti risultano, per la storia, eliminati dalla “furia nazi-fascista” anche se in realtà la responsabilità di quelle morti è in capo ai partigiani comunisti (italiani e jugoslavi) filo-jugoslavi. Questa testimonianza è il contributo del Comune di Sesto Calende al “Giorno del Ricordo”, per commemorare le vittime delle Foibe e dell’Esodo giuliano-dalmata. Da molti anni il Comune di Sesto Calende contribuisce a onorare la legge con iniziative finalizzate a far conoscere un periodo di storia per troppo tempo tenuto nascosto ai cittadini italiani e completamente sconosciuto ai giovani.

Il 10 febbraio 1947 venne firmato il Trattato di Parigi tra l’Italia e le potenze alleate. Da quel giorno l’Italia dovette cedere, tra l’altro, all’allora Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia, quasi tutta l’Istria e le città di Fiume e Zara. Dopo 57 anni di vergognoso silenzio, finalmente nel 2004 venne istituito dal Governo italiano il “Giorno del Ricordo” per commemorare, ogni 10 febbraio, le vittime dei massacri delle foibe e dell’Esodo giuliano-dalmata. Negli anni passati il Comune di Sesto Calende ha organizzato diverse conferenze: nel 2014 “Esodo e Foibe: 57 anni di silenzi”; l’anno dopo ha avuto luogo il dibattito con Ignazio La Russa e Luciano Violante sulla legge istitutiva del Giorno del Ricordo; nel 2016 invece, nel 70° della strage di Vergarolla, si sono accesi i riflettori sulla strage che nell’agosto del 1946 causò più di 100 morti (la stima più precisa parla di 110/116 morti) e indusse anche i più riottosi ad abbandonare definitivamente le proprie case e a rassegnarsi all’Esodo; nel 2017 è stata la volta di Umberto Smaila, il testimone che non t’aspetti: Smaila è nato a Verona da genitori veri fiumani, orgogliosi di esserlo, che hanno insegnato al loro amato figlio a onorare la città d’origine della famiglia; infine l’anno scorso è stato invitato Alfio Krancic, vignettista de Il Giornale. Il titolo di quella edizione fu Alfio Krancic: dalle sue vignette uno spunto di riflessione sulla tragedia delle Foibe e sull’Esodo. La conferenza è stata arricchita dall’esposizione di 14 vignette di Krancic sul tema, illustrate al pubblico dall’autore.

Quest’anno ci sarà, per la prima volta, una testimonianza femminile. Rivivremo tutte le ansie e le difficoltà che una bambina delle elementari ha dovuto sopportare in quel periodo, ma anche le contraddizioni di un regime durissimo che, infatti, non ha retto all’avanzare della storia. Rivivremo con lei il toccante momento dell’abbandono della casa di famiglia per andare incontro a un futuro pieno di incognite. Sesto Calende farà quindi la sua parte anche in questa occasione, nel solco delle parole espresse dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi durante il Giorno del Ricordo 2006: “L’Italia non vuole e non può dimenticare: non perché ci anima il risentimento, ma perché vogliamo che le tragedie del passato non si ripetano in futuro”.

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Pubblicato il 06 Febbraio 2019
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