Piano Trenord, “nelle fasce pendolari è rimasto tutto come prima”
La denuncia di undici comitati lombardi e piemontesi gravitanti su Milano, che lamentano i mancati miglioramenti. Ma anche la riduzione dei viaggiatori sui pullman sostitutivi: "Alcuni hanno rinunciato e sono scappati verso l'auto"
Il piano di Trenord non sta migliorando il servizio, a partire dalle fasce più frequentate. È l’accusa che arriva da undici pendolari lombardi (o comunque gravitanti su Milano: ci sono anche quelli di Domodossola, Alessandria e Novi Ligure), a due mesi dall’avvio del piano di Trenord che prevedeva la riduzione delle corse ferroviarie in ora di morbida, come sistema per ridurre le irregolarità e le soppressioni nell’arco della giornata. «Suggeriamo all’amministratore delegato di non fare paragoni continui con le altre Regioni del Paese, per autoincensarsi , visto che anche Altroconsumo denuncia la drammatica carenza di puntualità che affligge anche il nodo di Milano».
«L’amministratore Trenord qualche giorno fa dichiarava “ che il piano emergenziale sta dando i suoi frutti, riportando regolarità e affidabilità del sistema ferroviario”, chiedendo nel contempo alle istituzioni di “non dare ascolto a veri o presunti comitati di pendolari”» spiegano nella loro nota gli undici comitati di Lombardia. «Innanzitutto il piano emergenziale è stato subìto dai pendolari e Trenord con il “tacito” silenzio della giunta Lombarda che lo ha recepito senza eccezioni e senza porsi domande o porre condizioni! È stata imposto dall’AD & c. senza nessuna critica o proposte migliorative! Questa premessa di forma è importante per capire come il dialogo che cerca Trenord (e a quanto pare Regione) è nel tipo ” parliamo, discutiamo, ma poi decidiamo noi come vogliamo!”. Voi viaggiatori avete bisogno del treno e dovete pagare il biglietto o l’abbonamento. Siete in scacco. Questo è il pensiero dominante! Se l’amministrazione delegato e l’assessore ai trasporti volessero prendere un treno su qualsiasi direttrice della Lombardia, noteranno , anche senza dossier o grafici, che il piano è servito solo a recuperare materiale nelle fasce “morbide” e a mettere una pezza alla carenza di personale e manutenzione che sia i viaggiatori che i sindacati denunciano dal 2015! Nelle fasce pendolari tutto è rimasto come prima, con le solite soppressioni, i soliti guasti, i soliti rallentamenti. Tutto come prima».
«Trenord non riusciva a fare il servizio prima e sopprimeva, ora ha tolto proprio dei treni e le soppressioni sono numericamente diminuite! Peccato che se sommiamo il numero di soppressioni odierne a quelle dello scriteriato piano di emergenza, stranamente i conti non tornano» accusano i comitati. Secondo le diverse sigle di Lombardia, poi il piano ha avuto anche come effetto collaterale quello di far perdere quote di clienti a Trenord o meglio di costringere qualche viaggiatore a rinunciare: «Con un tocco di magia, i cinquanta pendolari stimati sui pullman si sono ridotti a meno di dieci. Gli altri sono scappati verso l’auto: troppo svantaggioso prendere una corsa sostitutiva per impiegare fino al triplo del tempo».
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