Cerro, borgo di arte e canottieri

Da lunedì 18 marzo si potrà votare la finalissima del concorso dedicato al piccolo borgo più bello della provincia di Varese. In attesa del voto vi presentiamo i cinque finalisti

I piccoli borghi finalisti "raccontati" dai fotografi

Arcumeggia, Cerro di Laveno, TornaventoMasciago Primo e Castello Cabiaglio: sono i cinque piccoli borghi finalisti del nostro concorso. In attesa della finalissima (il voto che porterà alla scelta del vincitore si aprirà lunedì 18 marzo) vi presentiamo brevemente le caratteristiche e le bellezze di ognuno di loro.

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Cerro, borgo di arte e canottieri 4 di 12

Un borgo dal fascino antico, affacciato sul Lago Maggiore. Un nucleo di case, un lungolago e una spiaggia tra le più amate dai cittadini, Cerro è la dimensione ideale per chi cerca momenti di riposo sulle rive del Verbano.

A pochi chilometri da Laveno Mombello, durante l’estate accoglie forestieri attratti dalla sua bellezza e da una dimensione che restituisce il piacere di assaporare le piccole cose. Un’aspetto che ha sicuramente apprezzato Luigi Russolo, artista di fama mondiale che lasciò la Milano futurista per vivere gli ultimi anni della sua vita in questo lembo di terra; affacciato alla sua finestra realizzò alcune delle sue inestimabili opere.

L’arte è protagonista anche grazie al Midec, il Museo internazionale del design ceramico che trova sede proprio nel piccolo borgo. Superando il grande portone di legno, si accede all’affascinante Palazzo Perabò, oggi custode di una collezione che documenta la produzione in terraglia forte, dalla metà del 1800 ai giorni nostri nell’area lombarda. Guido Andlovitz, Antonia Campi, Richard Ginori alcuni dei nomi che si possono incontrare girando per le sue sale. Gli amanti del cinema possono invece trovare la piccola Cerro protagonista nel film del lavenese Oscar Turri e dal titolo “Judith & Holofernes”, girato nel settembre 2017.

Infine, per raccontare Cerro, è indispensabile citare il Circolo Velico e la Cerro Sportiva A.S.D, la società sportiva di canottieri che dal 1919 alleno giovani sportivi e porta avanti la tradizione di questo sport. Inoltre, anima il borgo tra gare e manifestazioni aperte a tutti i cittadini. Da segnalare anche la Chiesetta di Ceresolo, dedicata a San Dedendente.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 14 Marzo 2019
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  1. Avatar
    Scritto da sperti

    aggiungerei: la casa dove visse Alessandro Manzoni (con targa), Villa Tallarini in via Fortino dove soggiornò e dipinse Winston Churcill (con il mistero degli scambi epistolari segreti con Mussolini), Villa Stampa al Gattirolo (fu di proprietà della seconda moglie di Manzoni), la casa del Min Traghettatore a Ceresolo, la Associazione Sportiva Germania al Gattirolo (il campo dei tedeschi, che esiste dal 1928!), la chiesa di S. Maria del pianto con un singolare dipinto dedicato alle vittime dei lager, le Ville Castellini famiglia storica di banchieri che hanno ospitato Cuccia numero uno di Mediobanca per decenni, la torbiera oasi naturale con i resti di palafitte di 5 mila anni fa, il mosaico 150, la spiaggia dei tedeschi, i sentieri della Valle di Brugo, le ville d’epoca di Via Gattirolo e i vivai di Via Vignola. A S. Defendente nella piccola piazzetta nel 1600 bruciarono una strega. Il vero borgo era Ceresolo ma dopo una pestilenza nel 1600 dove morirono tutti la chiesa e il borgo venne spostato a Cerro con persone che arrivavano dal lago d’orta.
    Quando il lago faceva parte dell’impero spagnolo, un pirata locale, Polidoro, catturato dopo un lungo regno di terrore (s inascondeva sulle rive tra Ceresolo e Reno di Leggiuno), fu condannato ad essere impiccato, con l’esecuzione sulla spiaggia di Cerro. Alla domanda se avesse avuto un ultimo desiderio prima dell’esecuzione, chiese un bicchiere di vino, con costernazione, i suoi carnefici trovarono che non c’era nessuna taverna in Cerro. Quando gli fu detto che non riuscivano a soddisfare il suo ultimo desiderio, il pirata diede al villaggio uno sguardo di disgusto. Si voltò verso il boia e disse: “Meglio l’inferno di questa città di astemi” e andò tranquillamente al suo destino. Dal pirata prende il nome il Golfo della Polidora tra la Punta di Ceresolo e Reno.

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