La rete antiviolenza si riunisce: “Fondi insufficienti ma continuiamo a lavorare”

Tutte le realtà che fanno parte della rete che dal 2011 aiuta le donne in difficoltà tra Busto, Gallarate, Saronno e Somma Lombardo hanno fatto il punto della situazione

violenza donne

Mercoledì 20 marzo nella sala del consiglio comunale si sono riuniti i rappresentanti dei componenti della Rete Territoriale Interistituzionale Antiviolenza degli ambiti di Busto Arsizio (capofila), Saronno, Gallarate e Somma Lombardo: presenti la Procura della Repubblica, le Forze dell’Ordine, gli assessori all’inclusione sociale dei Comuni di Gallarate, Saronno, Somma Lombardo, la consigliera Provinciale alle Pari Opportunità, il Presidente dell’Ordine degli Avvocati e dell’Ordine dei Medici, nonché le coordinatrici dei centri antiviolenza e delle case rifugio, oltre ad ATS Insubria e l’ASST Valle Olona.

A presiedere i lavori l’assessore all’Inclusione sociale del Comune di Busto, con delega alle pari opportunità, Miriam Arabini. «Ritengo che il fenomeno della violenza di genere sia spesso sottovalutato da parte delle istituzioni –ha detto l’assessore nella relazione introduttiva– ma non certo qui a Busto Arsizio dove nel 2011 è stata data vita alla rete per poter accompagnare le donne attraverso strutture e servizi che le facciano sentire ascoltate, credute e supportate con professionalità. La violenza nei confronti delle donne mina alla base la convivenza civile di una comunità liberale che fonda la propria esistenza primariamente su un sistema organizzato di norme, capaci di garantire in primo luogo i diritti umani. L’azione di governance dell’Amministrazione comunale per una diffusa condivisione dei presupposti culturali necessari per combattere la violenza di genere, concretizzatasi nella costituzione della rete, è sicuramente stata una scelta importante».

Nei casi di uscita dalla violenza dal momento della decisione alla richiesta di aiuto, inizia un cambiamento nel progetto di vita della donna che prosegue con un percorso di rielaborazione del vissuto, lungo e doloroso, attraverso un faticoso processo di trasformazione. «Occorrono molte risorse e strategie di intervento –ha continuato l’assessore–. Il lavoro di rete è una strategia alla quale è indispensabile ricorrere per attivare percorsi di ricostruzione di progetti individuali complessi. È necessario ricordare sempre che, oltre alle donne, nelle situazioni di maltrattamento, sono coinvolti anche altri soggetti con i loro bisogni/ difficoltà/vincoli: sono i figli/e, le famiglie d’origine, le comunità di riferimento, gli uomini che maltrattano. Fondamentale è disporre di una salda governance pubblica, capace di non essere mai paga dei risultati raggiunti sapendo che, su un tema così complesso e così fondante per la vita civile di una comunità, la corretta posizione è quella di porsi continue domande; accanto all’azione è fondamentale un atteggiamento di costante ricerca. Allo stato dell’arte i fondi che abbiamo sono insufficienti, ma sono molto soddisfatta del lavoro di tutti componenti della rete».

Per il progetto della rete “Rispettati! Rete contro la violenza” per il consolidamento e il sostegno dei servizi di accoglienza, presa in carico e ospitalità per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della violenza nei confronti delle donne, la Regione Lombardia ha assegnato risorse per € 93.134,50. L’assemblea ha approvato la prosecuzione del progetto fino a fine anno e ha anche approvato l’adesione alla rete di quattro nuove realtà del territorio Filo Rosa Auser, Cooperativa sociale onlus Dorian Gray (realtà che si rivolge agli uomini maltrattanti), Baobab coop. soc. onlus, Comunità Nuova onlus. Non ultimo, è stato presentato il sito Helpdonna che sarà accessibile a fine marzo.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 21 Marzo 2019
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