Quando le parole fanno più male dei pugni, l’eredità di Carolina

L'esperienza di un padre e la battaglia per dare un senso nato dalla più dolorosa perdita: quella per una figlia

Avarie

Si amplia la rete di collaborazione fra Comuni e Scuola nell’ambito della legge 285/97 (diritti per infanzia e l’adolescenza), viene finanziato e rinnovato l’impegno fra le parti per dare continuità al percorso gia’ iniziato e che ha portato i ragazzi a conoscere gli aspetti e i rischi che può comportare un uso improprio della rete. Sono stati coinvolti ben 33 classi e 600 ragazzi.

L’indiscussa capacità dell’Associazione Pepita Onlus ha messo a disposizione esperti nella progettazione, realizzazione, valutazione di interventi educativi, quindi specializzata da oltre dieci anni nella prevenzione del bullismo in tutte le sue manifestazioni.

Al percorso iniziato due anni fa con gli istituti comprensivi di Luino e Germignaga, si aggiungono il Comprensivo di Mesenzana e l’ Educandato di Roggiano.

«La lettura che possiamo dare è che nel territorio sia presente la consapevolezza di approfondire il problema e, allo stesso tempo, la richiesta di avere supporti e strumenti adeguati per dare ai ragazzi le conoscenze e informazioni per non finire in situazioni e incontri spiacevoli sul web. Il nuovo progetto, vuole porre una particolare attenzione al rischio di isolamento dove spesso si trovano i ragazzi, troppo immersi nei social. La conseguenza è la perdita delle relazioni vere. In questo momento, prima di riprendere il nuovo ciclo educativo con le scuole, abbiamo voluto proporre una testimonianza di chi ha vissuto come padre l’esperienza della figlia, morta suicida, vittima di una “ragazzata” fatta sui social»spiega Caterina Franzetti Assessore ai Servizi Sociali.

All’inizio del 2013 la vita di Paolo Picchio cambia profondamente, Carolina, la figlia di soli 14 anni, una ragazza intelligente, sportiva e altruista, si toglie la vita. Troppo grande è l’umiliazione di vedersi in un video mentre, priva di coscienza, alcuni suoi coetanei giocavano con il suo corpo mimando atti sessuali. Troppo pesante per lei leggere il giorno dopo tutti quegli insulti postati sui social che rilanciavano quelle immagini e al centro di quelle offese migliaia di commenti di persone che nemmeno conosceva.

Lei si trova nel centro di una attenzione morbosa virale: il peso è insostenibile da sopportare e sceglie di chiudere la propria vita lasciando un messaggio finale potente: “Le parole fanno più male delle botte. Ciò che è accaduto a me non deve più succedere a nessuno”. Parole che il papà raccoglie e fa sue, iniziando un percorso al servizio dei ragazzi perché davvero il dolore che ha provato non debba più provarlo nessuno. «Da allora, il padre Paolo porta la testimonianza nelle scuole ad alunni e docenti: qui a Luino sarà presente il 15 Marzo 2019 al mattino al Cinema Teatro Sociale esclusivamente per gli studenti delle scuole secondarie superiori, alla sera presso la Colonia Elioterapica di Germignaga per l’intera cittadinanza», conclude Caterina Franzetti

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 05 Marzo 2019
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