Lombardia maglia nera per gli incidenti sul lavoro
Lo scorso anno sono state quasi 119 mila le denunce di infortunio sul lavoro (+1,85), i casi di morte passano dai 139 del 2017 ai 163 del 2018 (+17,2%). A Varese in un convegno è stato fatto il punto della situazione da Anmil, l'associazione che rappresenta le vittime sul lavoro
Sono arrivati in mille da tutta la Lombardia per la 29ma Giornata regionale dedicata alle vittime degli incidenti sul lavoro. Un appuntamento molto atteso dai vertici di Amnil (Associazione nazionale lavoratori mutilati e invalidi del lavoro) e non solo per commemorare le vittime sul lavoro, ma anche per fare il punto della situazione sul fenomeno degli infortuni che nel 2018 in Lombardia ha fatto registrare un’impennata preoccupante dopo anni di flessione.
I dati forniti da Amnil infatti lasciano pochi dubbi sulla gravità della situazione: nel 2018 ci sono state 119.937 denunce di infortunio, ovvero +1,8% rispetto al 2017. Ciò che preoccupa di più sono le morti sul lavoro che nella sola Lombardia fanno registrare un incremento del 17,2%. Le vittime nel 2017 erano infatti 139, a distanza di un anno se ne registrano 163. «Numeri inaccettabili e direttamente correlati alla precarietà del lavoro» ha detto il presidente regionale di Amnil Firmino Di Barbora.
Tutti i partecipanti al convegno, che si è tenuto nel Salone Estense, hanno sottolineato che il problema principale non sono le leggi italiane, perfettamente in linea con quelle europee, quanto la loro applicazione. Il sindaco Davide Galimberti e Il prefetto Enrico Ricci, nel loro breve intervento introduttivo, hanno entrambi sottolineato che il tema infortuni sul lavoro è un tema con cui si misura la civiltà di un Paese. A Varese però qualcosa si già è mosso perché è stato ricostituito il comitato provinciale dell’Inail e in prefettura è stata fatta la prima riunione operativa con le parti sociali.

Se per Di Barbora la soluzione potrebbe essere «un nuovo patto collaborativo tra associazioni, imprese, istituzioni e lavoratori», per l’Inail (Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro), rappresentata al convegno dal direttore regionale Antomio Traficante, le questioni rilevanti sono due: da una parte c’è ancora tanta violazione della normativa, dall’altra occorre agire sulla leva culturale fin dalla scuola primaria. «Non serve inasprire le sanzioni, ma bisogna aumentare la prevenzione» ha affermato il direttore regionale dell’Inail.
L’Inail si pone come soggetto attivo del welfare e Traficante cita tutte le collaborazioni importanti con istituti e centri di ricerca – come l’Istituto italiano di tecnologia di Genova, il Sant’Anna di Pisa e la Sapienza di Roma – per realizzare protesi all’avanguardia in grado di restituire il più alto grado di normalità a chi ha subito un infortunio. «Il reinserimento sociale della persona infortunata – ha detto Traficante – è l’aspetto più importante. In questa direzione va l’accordo che abbiamo fatto col comitato paralimpico. Le risorse per il reinserimento lavorativo ci sono e ammontano a 22 milioni di euro, ma c’è una barriera culturale nel far capire alle aziende che assumere un lavoratore ex infortunato è una scelta che ha un senso perché è stato dimostrato che nella maggior parte dei casi è più motivato del normodotato».
Il presidente nazionale di Anmil, Franco Bettoni, ha ripetuto per almeno tre volte che la battaglia è culturale, specificando che l’obiettivo dell’associazione che presiede «è far sì che agli altri non succeda quello che è successo a noi. Abbiamo sfilato con le nostre menomazioni consapevoli del fatto che quando ci facciamo male i soldi sono l’ultima cosa a cui si pensa». Va comunque ricordato che per anni c’è stato un assegno per le spese funerarie di 2.500 euro in favore delle famiglie dei morti sul lavoro che era un’indecenza. «Oggi dopo tante battaglie è stato portato a 10mila euro. Ma noi vinceremo questa battaglia solo se vinceremo la sfida culturale» ha ribadito Bettoni.
Il presidente di Anmil provinciale Antonio Di Bella ha consegnato alle autorità presenti la targa commemorativa della giornata. Infine, un pensiero, sottolineato da un lungo applauso dei presenti, è andato alla memoria di Marco Fabio Sartori, bustocco di nascita e presidente dell’Inail dal 2008 al 2011, anno della sua prematura scomparsa.
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