Olona meno inquinato grazie alla “pietra che bolle”, il depuratore del polo chimico funziona

Ridotto di un terzo il quantitativo di inquinanti nelle acque di scarico della Chemisol. La messa in funzione del depuratore migliorerà anche il funzionamento del depuratore di Olgiate Olona

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Arrivano buone notizie da Castellanza per il fiume Olona. È attivo, infatti, un nuovo impianto di depurazione delle acque di scarico del Polo Chimico per migliorare la situazione sia in termini di odori molesti che di schiume presenti sul fiume Olona.

Dopo numerosi incontri tecnici tra Regione, Arpa, Ats, Provincia di Varese, Prealpi Servizi, Comune di Castellanza, Comune di Olgiate Olona e azienda Chemisol, si è deciso di dare avvio al nuovo impianto di depurazione delle acque emunte dalla barriera idraulica posta a valle del polo chimico.

La depurazione avviene grazie alla zeolite e all’azione di alcuni batteri. Si tratta di un minerale di origine vulcanica definita anche “la pietra che bolle”: il termine zeolite deriva dal greco zein che significa bollire e lithos che significa pietra.

La zeolite è un minerale che si trova sotto forma di pietra: viene poi lavorata ed è possibile trovarla anche sotto forma di polvere.

Dopo la prima fase sperimentale di monitoraggio, nel corso della quale le misurazione fatte hanno dato risultati positivi, lo scorso 5 marzo alle ore 10,50 è stato attivato lo scarico diretto in fiume Olona con una portata di 90 mc/h della barriera idraulica del polo chimico autorizzato con decreto della Regione Lombardia n. 15942 del 12/12/2017 (variante al progetto di MISO delle acque sotterranee).

Questo nuovo scarico viene alimentato dalle acque emunte dai 7 pozzi della barriera posti lungo il confine meridionale del Polo Chimico, ovviamente, previo trattamento in questo nuovo impianto innovativo per l’abbattimento delle concentrazioni di azoto ammoniacale al fine di garantire il rispetto dei limiti per lo scarico nel fiume.

Dal sopraluogo effettuato, dopo aver aperto lo scarico diretto in Olona, si è constatato che tale scarico non crea nessun tipo di anomalia, sia in termini di odori molesti che in termini di schiume.

Si tenga presente che attualmente i valori di azoto ammoniacale in ingresso all’impianto sono di 9,75 mg/l mentre in uscita sono di 6,8 mg/l con limite di scarico in fiume pari a 15 mg/L (limite massimo previsto per legge).

Il trattamento effettuato consiste nell’assorbimento dell’azoto ammoniacale su un letto di zeolite con anche l’intervento di specifici batteri. In questa prima fase solo il 50 % delle acque dei pozzi viene trattata e scaricata in fiume; la rimanente continua ad essere scaricata in fognatura e inviata al consorzio di depurazione di Olgiate Olona.

Solo dopo una fase di monitoraggio serrato da parte degli enti preposti, si potrà procedere a trattare tutte le acque della barriera in quantità di circa 200 mc/h, nell’impianto a zeolite e quindi a non scaricarle più in fognatura.

Questo intervento avrà anche una ricaduta positiva sul depuratore consortile di Olgiate Olona, perché togliere queste portate d’acqua pulita, permetterà un miglior funzionamento all’impianto biologico di depurazione.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Marzo 2019
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