Quindici candidati per venticinque posti nelle consulte. “Segnale d’allarme per l’amministrazione”
Il municipio ha dovuto prorogare i termini di presentazione dei curriculum per le consulte, perché le candidature sono insufficienti. Carmelo Lauricella critico: "Segnale negativo, necessario cambiare"
«Il fatto che non ci siano ancora candidature sufficienti a coprire tutti i posti nelle consulte è un segnale per l’amministrazione». Riaprono i termini per presentare le candidature per le consulte a Gallarate e dalle file dell’opposizione Carmelo Lauricella sottolinea i limiti delle consulte introdotte (e poi “ritoccate”) dall’amministrazione Cassani.
«Un’amministrazione che ha a cuore la partecipazione democratica non può non rendersi conto del problema che emerge in questi giorni» esordisce il consigliere Pd. «Il regolamento è già risultato di una mediazione tra le forze di maggioranza, là dove la Lega voleva introdurre regole ancora più restrittive della partecipazione» ragiona l’esponente dem, ricordando la fase in cui Forza Italia, insieme all’opposizione, aveva spinto per mantenere un livello minimo di partecipazione (candidature spontanee dei cittadini, elezione affidata solo al consiglio comunale invece che a tutti i gallaratesi).
«L’amministrazione sta ora aggravando un errore che già oggi mostra i suoi effetti: se non si trovano 25 volenterosi disponibili, è un segnale negativo. I consiglieri più civici, meno legati ai partiti, non si ricandidano, per delusione. A Cedrate-Sciarè mi risulta non si ricandidino, a Crenna e a Madonna in Campagna molti si sono tirati indietro. Molti di quelli che si ripresentano sono quelli più “targati” politicamente nel centrodestra».
Lauricella ricorda anche che molti consiglieri comunali hanno iniziato la loro vita amministrativa proprio nelle vecchie circoscrizioni, “palestra” per imparare a gestire la cosa pubblica. Mentre l’attuale scelta per le consulte è considerata solo un elemento di una involuzione – agli occhi del Pd – dei meccanismi di coinvolgimento dei cittadini: «Il decentramento amministrativo, che qui si fa in malo modo, è diverso da partecipazione democratica. Anzi: non esiste neppure più la delega alla partecipazione democratica, ma solo la delega “alle consulte”, unico strumento rimasto». E se tra le consulte ne sono arrivate di nuove (come quella degli anziani, che ha preso il posto della consulta stranieri), «tutte le altre iniziative avviate o pensate sono andate perdute», come nel caso del bilancio partecipato. Tutto si è ridotto alle consulte, puramente consultive e senza neppure meccanismi definiti come era nelle vecchie circoscrizioni (che su alcune materie erano chiamate a un parere). «Si potrebbe dire: a Gallarate il cittadino parla solo se interrogato»
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