Uomini adulti o giovanissime: crescono i donatori di Avis Medio Varesotto

Superata lo scorso anno quota 8000 soci, ora si punta ai 10.000 iscritti. Nell'anno del ventennale tanti risultati con 12.501 donazioni delle quali 1.006 di plasma in aferesi, tutte all'ospedale di Varese

avis; medio verbano; donatori

Obiettivo 10mila: è questa la sfida che Avis Sovracomunale Medio Varesotto ha lanciato nei giorni scorsi, in occasione dell’assemblea annuale.

L’aumento del numero di donatori resta uno dei principali traguardi per l’associazione che punta anche ad altre sfide. Dopo il calo registrato nel 2015 (7834 soci) Avis del Medio Varesotto ha continuato a vivere un trend positivo fino ad arrivare al nuovo record di 8181 soci raggiunto nel 2018. Quello che si conclude è stato l’anno del ventesimo anniversario dalla nascita di Avis Sovracomunale Medio Varesotto «Un anno importante – dice il presidente Aldo Cardani – che ci ha visti protagonisti di diverse iniziative per celebrare questo anniversario con gioia, ma anche per guardare avanti e riflettere sul nostro futuro».

Il futuro è quello di una realtà che riunisce 23 Avis comunali del territorio i cui donatori afferiscono per le donazioni al Servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale dell’Ospedale di Varese, presso il quale si trova la sede della Sovracomunale. Qui Avis Sovracomunale gestisce, grazie all’impegno dei suoi volontari e di alcuni dipendenti (con un impegno di oltre 106000 ore dedicate in 20 anni di attività), la chiamata e l’accoglienza dei donatori secondo standard che hanno ricevuto la certificazione di qualità 9001 e che ne fanno un modello pressoché unico nel panorama avisino. E proprio l’essere una realtà

certificata permette di raccogliere e analizzare con precisione i dati relativi alle attività al fine di trarne punti di forza e debolezza.

Qualche numero 

L’identikit del donatore vede una prevalenza di donatori uomini (5069) rispetto alle donne (3112) con una maggiore presenza di queste ultime nelle fasce di età tra i 18 e i 25 anni (in questa fascia sono anche più numerose dei loro coetanei) e nella fascia 26 – 35.

L’età più rappresentata è quella tra i 36 e i 45 anni con con una quota più elevata di uomini  (1463 contro le 820 donatrici). Segue la fascia successiva fino ai 55 anni con 2210 donatori ( a frenare sono soprattutto le donne). Tra i ragazzi neo maggiorenni il gruppo più debole con 1040 adesioni: ma è in questo gruppo che si registra il sorpasso femminile ( 598 contro i 442 ragazzi).

Tra i comuni più generosi ci sono Gavirate con 106 donatori aspiranti ( ma gli idonei sono 76) e Varese con 332 aspiranti donatori e 269 idonei. Tra le realtà più attente c’è un’azienda, Whirlpool ,che conta 74 aspiranti e 50 donatori. 

Come detto in precedenza, il numero dei nuovi donatori è aumentato rispetto all’anno precedente (siamo a più 665 donatori) portando così il totale, a fine gennaio 2019, a quota 8.181. Ed è questo, ora, il punto di partenza dal quale arrivare a quota 10mila. Un obiettivo che può essere raggiunto attraverso il coinvolgimento di sempre nuovi donatori, necessari a far fronte alla diminuzione fisiologica dovuta a raggiunti limiti di età, ma anche ad abbandoni o problemi di salute. Basti pensare che negli ultimi 12 mesi le sospensioni definitive sono state 546.

Le donazioni totali nel 2018 sono state 12.501 delle quali 1.006 sono state donazioni di plasma in aferesi: un punto critico sul quale intervenire è inoltre quello dei donatori che non si presentano all’appuntamento; 1422 sono stati gli appuntamenti mancati, cifra in calo rispetto all’anno precedente, ma ancora problematica.  La maggior parte dei donatori si presenza per una sola donazione all’anno ( 1759) mentre i 1569 si sono recati tre volte per il prelievo in dodici mesi.

Sfide future

«Le sfide future – dice ancora Cardani – riguardano sicuramente alcuni aspetti interni, legati all’organizzazione del lavoro rispetto alla chiamata e alla gestione dei donatori, perché Il motto per Avis Sovracomunale resta sempre lo stesso: “donare quando serve, per chi serve, quanto serve, quello che serve». E poi ci sono le sfide che derivano dai cambiamenti in atto: se un tempo l’attenzione di Avis era concentrata solo sulla donazione di sangue, oggi sempre più – per essere vicini a chi è malato – occorre anche donare il plasma. «Su questo punto – spiega Vincenzo Saturni, vice presidente di Avis Sovracomunale – stiamo mettendo a punto una apposita progettualità che ci impegnerà già nei prossimi mesi. Stiamo infine perfezionando una collaborazione strutturata con l’Università dell’Insubria, proseguendo l’attività per la ricerca scientifica con la Fondazione TES, completando il nostro Bilancio di mandato».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 05 Marzo 2019
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