Esternalizzazione dell’asilo Soldini, nervi tesi tra maggioranza e opposizione

La commissione tecnica che doveva analizzare i dati che hanno portato alla scelta dell'esternalizzazione del servizio si è trasformata in una rissa verbale. Intanto sindacati e comune chiudono senza accordo

asilo nido

La commissione tecnica richiesta dalle minoranze sul tema dell’esternalizzazione dell’asilo nido Soldini da parte dell’amministrazione, si trasforma nell’ennesimo scontro tra i consiglieri Michele Palazzo  (Sognare Insieme Castellanza) e Mino Caputo (Gruppo Misto) contro il sindaco Mirella Cerini e la sua giunta tra urla e accuse reciproche.

Alla commissione, che si è svolta prima del consiglio comunale, aveva preso parte la dirigente del settore Istruzione Roberta Ramella col compito di spiegare i passaggi che hanno portato alla decisione di esternalizzare il servizio. Poco prima si era chiusa con un mancato accordo, la vertenza tra Rsu, sindacato Fp Cgil e amministrazione comunale sul passaggio del servizio dal pubblico al privato.

I consiglieri Palazzo e Caputo, però, hanno portato la discussione dalla parte tecnica a quella politica. Caputo ha chiesto più volte il perchè di questa scelta al sindaco (che è anche assessore all’Istruzione), mentre Palazzo ha tacciato di fallimento la politica della giunta sul sociale.

La dirigente ha spiegato partendo dai numeri che una decisione andava presa e che il sistema misto (asilo Tacchi esternalizzato e Soldini pubblico) non era economicamente sostenibile nel lungo periodo, anche in funzione del fatto che la misura regionale dei nidi gratis non è strutturale (quindi potrebbe essere revocata dopo il 2020) e che la creazione di due classi primavera nelle scuole materne comunali, inserite su richiesta dei genitori a partire dall’anno scolastico 2016-2017, aveva assorbito 20 dei 75 bambini che in media frequentano i nidi cittadini.

Attualmente sono 54 i bambini iscritti, 15 al Tacchi e 39 al Soldini. La dirigente ha anche rassicurato sui criteri di scelta della cooperativa che si occuperà dei bambini, sottolineando che l’obiettivo è di mantenere gli standard qualitativi ma da parte di Caputo e Palazzo c’è stata una dura e ferma opposizione. Per Palazzo si tratta di una privatizzazione, definizione che la consigliera delegata Olgiati ha più volte respinto ribadendo che il servizio continua a rimanere in capo al Comune, mentre Caputo ha più volte sostenuto che la discussione andava fatta prima insieme alle opposizione e che non sarà possibile ottenere un risparmio senza che qualcuno ci perda, siano i bambini o le educatrici (solo 2) che passeranno in forza alla cooperativa.

Il consigliere del gruppo Castellanza al Centro, Giovanni Manelli, è rimasto in silenzio per tutta la commissione mentre a parlare per il suo gruppo è stato Paolo Colombo, assente in commissione, con una nota inviata alla stampa in cui chiede di sostenere i giovani, i piccoli e lo sport: «La delibera della Giunta Comunale di Castellanza sancisce il fallimento delle politiche educative per la prima infanzia con l’abbandono della gestione diretta dell’Asilo Soldini per un pugno di Euro, come evidenziato nel rendiconto 2018 dal quale emerge che il servizio è coperto con le rette al 65% e che la perdita del Comune è di 131 mila euro. Nulla in confronto alle attività culturali che hanno una copertura del 16% e che causano una perdita di 200 mila euro. Risulta chiaro il maggior sostegno alle politiche culturali gestite dall’assessore Bettoni del Partito Democratico e discapito delle politiche in favore dell’infanzia gestite dalla consigliera Olgiati, con una spesa netta per le attività culturali di 70.000 euro maggiore rispetto alla spesa per gli asili nido. Questo chiarisce perché il Partito Democratico ed il suo segretario cittadino Dell’Acqua non si siano battuti per evitare la  privatizzazione del Nido Soldini. La guerra di potere scatenata è evidente e ha comportato la disfatta della consigliera Olgiati, sacrificata per questioni politiche. Ci aspetteremmo le sue dimissioni con un atto di orgoglio e aspettiamo una sua presa di posizione.  Ci preoccupiamo perché con lo stesso metodo saranno valutati tutti gli altri contributi all’infanzia erogati dal Comune. Dobbiamo prevedere quindi forti tagli alle spese per le scuole materne? Per queste si parla da anni di una revisione delle convenzioni in essere che prevedono contributi comunali a copertura delle perdite di gestione dei bilanci degli enti e non un contributo predeterminato per ogni bambino iscritto.  La Corte dei Conti avrà valutato questa particolarità?».

Dal punto di vista sindacale, come già accennato in precedenza, Rsu  e Massimo Di Tullio della Fp Cgil, hanno respinto la proposta dell’amministrazione che puntava a garantire i livelli retributivi ma non tutti i vantaggi del contratto pubblico rispetto a quello privato (in particolare la questione della malattia) e l’accompagnamento alla pensione delle due educatrici più anziane. Di Tullio e la Rsu hanno annunciato che potranno essere decise azioni nei prossimi giorni per protestare contro questo mancato accordo.

 

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 30 Aprile 2019
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