Eurosport 2019 al via: “Un’occasione per fare incontrare Varese e la Scuola Europea”

Mercoledì 3 aprile scatta la rassegna sportiva che coinvolge 600 ragazzi di 19 istituti europei. Intervista al professor Pollicini, coordinatore dell'evento: «Un grande impegno organizzativo. Alla fine mi piacerebbe ricevere una pacca sulle spalle»

Eurosport 2019 - La cerimonia di apertura e le prime partite

Il primo appuntamento è all’Imbarcadero di Laveno, mercoledì mattina, e pazienza se si presenterà puntuale anche la pioggia. Il Lago Maggiore è ugualmente bello e i ragazzi provenienti da mezza Europa potranno goderselo lo stesso, magari sperando in qualche squarcio di azzurro e in qualche raggio di sole che illumini Santa Caterina, che scaldi le Isole Borromee, che si rifletta sulla Rocca di Angera.

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Con una breve crociera sul Verbano comincerà l’atteso “Eurosport Varese 2019”, sorta di piccole Olimpiadi per gli studenti delle Scuole Europee (ne abbiamo già parlato QUI) che permetterà alla nostra provincia di ospitare oltre 600 persone per mezza settimana. Un evento fondato innanzitutto sullo sport (calcio, pallavolo, tennistavolo e aquathlon le discipline previste) ma che avrà parecchi momenti collaterali tra il turismo, il cibo, la musica e l’amicizia. A coordinare l’organizzazione dal suo ufficio del Montello (dove ha sede la Scuola Europea di Varese) è il professor Dario Alberto Pollicini.

Professor Pollicini, l’attesa è terminata: siete pronti?

«Pronti e consapevoli del lavoro fatto in questi anni e in particolare negli ultimi mesi per allestire Eurosport Varese 2019. Purtroppo il meteo per mercoledì e giovedì mattina non è clemente: giovedì dovremo accorciare un po’ la cerimonia inaugurale perché non possiamo tenere i ragazzi sotto la pioggia, ma poi per fortuna le condizioni dovrebbero migliorare. Teniamo molto agli eventi collaterali e alla gara di aquathlon di sabato e per quelli dovrebbe esserci il sereno».

È stato complicato coordinare la preparazione di un evento del genere?

«Molto, molto impegnativo. Per me non è la prima volta, perché avevo già fatto questo lavoro nel 1995, però allora c’erano solo 9 scuole contro le 19 di quest’anno e i numeri più che raddoppiati fanno la differenza. Non possiamo ospitare i ragazzi con la formula dello scambio in famiglia ma dobbiamo rivolgerci agli alberghi; è necessario trovare strutture adeguate per i tornei perché gli impianti della scuola non bastano e per questo bisogna coordinare una serie di trasporti. E poi, per la prima volta, oltre alle scuole europee di “tipo A” (quelle direttamente legate alla UE) a Varese ci saranno gli istituti di “tipo B”, cioè quelli accreditati. A livello burocratico e gestionale ciò crea ulteriori difficoltà».

Quante persone di Varese saranno coinvolte?

«In tutto, oltre ai 30 atleti che compongono la squadra della nostra scuola, ci saranno circa 200 persone legate all’organizzazione, per la grandissima parte studenti. Li riconoscerete perché vestiranno una felpa arancione con scritto “Varry’s Angels”: Varry è il lupacchiotto mascotte dell’evento».

Al di là del lato organizzativo, la scuola di Varese tiene molto anche ai risultati sul campo.

«Eccome: siamo la scuola che vanta il maggior numero di vittorie in Eurosport, abbiamo conquistato ben 12 edizioni su 22 disputate, abbiamo in bacheca in via definitiva “l’Eurosport Trophy” assegnato per i cinque successi ottenuti tra il ’91 e il 2015 e abbiamo rimesso in gioco una nuova coppa, la “The 12 Stared Cup”. E poi nella disciplina dell’aquathlon siamo da sempre il riferimento: dal 1991 in avanti abbiamo vinto tutte le gare salvo due, nelle quali siamo comunque saliti sul podio. Devo dire che a causa dell’organizzazione globale dell’evento, abbiamo tolto un po’ di tempo agli allenamenti ma del resto sono cose che si fanno al di fuori dell’orario scolastico e le ore a disposizione non sono infinite. Però ci teniamo a fare bene anche questa volta».

Cose le piacerebbe sentirsi dire al termine di Eurosport Varese 2019?

«Anzitutto mi piacerebbe non sentire critiche, perché stiamo davvero mettendo tanto impegno, anche se so che è impossibile accontentare tutti. Poi dico che mi spaventa il fatto di non ricevere congratulazioni dall’interno della nostra scuola: mi auguro che non si dia tutto per scontato, visto che non è così. Mi auguro che si comprenda a pieno il peso di un evento del genere. Per il resto sono sensibile in positivo ai ringraziamenti e alle pacche sulle spalle, ne sarei felice».

La Scuola Europea è un’entità importante per Varese e dintorni, ma spesso dà l’idea di essere poco integrata, silenziosa rispetto alla vita della città. Eurosport può essere un modo per approfondire la conoscenza reciproca tra l’istituto e i cittadini?

«È una delle cose che più mi auguro. Mi sono speso molto per la buona riuscita di ciò che è in programma giovedì sera, ovvero lo street food in piazza Repubblica, perché è l’unico momento in cui Eurosport incontra in pieno la vita di Varese e della sua gente. Sono d’accordo quando si dice che la Scuola Europea ha un po’ la tendenza a isolarsi, un po’ per ragioni geografiche, un po’ perché è molto difficile iscriversi per chi non fa parte del JRC o delle altre strutture convenzionate. Questa bella manifestazione può essere un momento di apertura utile a tutti».

EUROSPORT SU VARESENEWS

Il nostro giornale metterà a disposizione un liveblog per raccontare Eurosport: all’interno troverete programmi, notizie, risultati e immagini dai campi di gara e dagli eventi collaterali. È possibile intervenire nel racconto, o scrivendo nello spazio commenti o usando (su Twitter o Instagram) gli hashtag #eurosportvarese2019. Per accedere al live, CLICCATE QUI.

 

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Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 02 Aprile 2019
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