Un film racconta quello che i social non dicono
Al Cinema Nuovo, in via dei Mille 39, il film è in programma lunedì 15 aprile alle ore 21 e mercoledì 17 aprile alle 18.15
Arriva anche a Varese per due giorni (al Cinema Nuovo, in via dei Mille 39, solo lunedì 15 aprile alle ore 21 e mercoledì 17 aprile alle 18.15) un documentario lucido e per molti versi inquietante.
Si tratta di “Quello che i social non dicono – The cleaners di Hans Block e Moritz”, che indaga sull’industria nascosta del “digital cleaning” portandoci dietro le quinte delle procedure di rimozione dei contenuti di colossi come Facebook e Google. Pochi sanno, infatti, che grazie al lavoro di cinque spazzini digitali, tra le centinaia di persone non localizzate della Silicon Valley, molti contenuti inappropriati vengono eliminati dal web.
Questi spazzini, però, sono persone le cui vite sono condizionate in modo spesso drammatico dalla censura online: un cleaner deve osservare e valutare centinaia di immagini e video spesso seriamente disturbanti, cosa che porta inevitabilmente a delle serie conseguenze psicologiche. Spesso si tratta di immagini violente, pornografiche, che inneggiano alla pulizia etnica o che descrivono suicidi e omicidi, decapitazioni o azioni terroristiche. Eppure il loro lavoro nasconde un dilemma profondo sul concetto di arte, propaganda e, soprattutto di giornalismo.
Dove si colloca esattamente, all’interno dei social media, l’equilibrio per non risultare né uno spazio di amplificazione dell’illegalità né una sede di censura diffusa? Con interviste esclusive agli addetti ai lavori e racconto di vicende umane legate al tema della censura online, il film porta ad osservare i social network nel loro complesso e il loro impatto , analizza la rapida crescita e la messa in discussione dell’ideologia utopistica dei social media come socialità condivisa, che deve però fare i conti con il reale pericolo di una rete compromessa anche dalle notizie false e dal controllo mediatico. L’avvenire del web e dei social network, purtroppo, rischia di essere molto diverso da quello che molti credevano potesse divenire il mondo della rete al momento della sua affermazione: allora si parlava di nuove possibilità per una conoscenza libera e positiva, di grande valenza culturale, ma oggi è chiaro che deve confrontarsi con grandi dilemmi etici e deve difendersi da pesanti dinamiche di controllo e manipolazione.
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