Inchiesta su Forza Italia, l’associazione Agorà minaccia querele
L'associazione parla per la prima volta dopo l'ondata di arresti che ha coinvolto i vertici provinciali di Forza Italia all'interno dell'inchiesta sul sistema di tangenti delineato dalle ipotesi degli investigatori
Il direttivo dell’associazione politica Agorà Liberi e Forti Varese rivendica la propria “trasparenza ed onestà” e chiede conto della “gogna mediatica” e delle “condotte illecite” alle quale non vuole essere accostata, minacciando anche azioni legali.
Con un comunicato firmato dal “direttivo“ l’associazione politico-culturale che ha sempre gravitato all’interno di Forza Italia, sovrapponendosi talvolta al partito in quanto ai membri che ne fanno parte, parla per la prima volta dopo l’ondata di arresti che ha coinvolto i vertici provinciali di Forza Italia all’interno dell’inchiesta sul sistema di tangenti delineato dalle ipotesi degli investigatori.
“Agorà Liberi e Forti Varese ha sempre operato nella massima trasparenza ed onestà nel rispetto assoluto dei suoi associati e simpatizzanti. Non accettiamo che la gogna mediatica di questi giorni possa mettere in dubbio la correttezza dell’operato dell’associazione – dice l’associazione nel comunicato -. A tutela della sua decennale storia quale associazione cultural-politica operante sul territorio della provincia di Varese e a tutela della dignità del proprio operato e dell’onorabilità dei propri iscritti, Agorà Liberi e Forti confida che la magistratura e gli inquirenti facciano chiarezza rispetto alle notizie di stampa emerse, riservandosi di ricorrere alla tutela legale in caso di illazioni e allusioni a mezzo stampa rispetto a possibili condotte illecite. Si esprime altresì piena solidarietà e vicinanza umana agli amici coinvolti nelle indagini e sottoposti a misure cautelari, certi che saranno in grado di chiarire agli inquirenti la propria posizione di fronte ad eventuali responsabilità che dovessero emergere”.
Nell’indagine avviata dalla magistratura figurano esponenti di spicco del direttivo dell’associazione a partire da Nino Caianiello, che ne è presidente onorario e fondatore, e Marcello Pedroni che ne è il presidente. Sempre nel direttivo, e coinvolto nelle indagini, c’è anche il gallaratese Alberto Bilardo.
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