Industria varesina in moderato recupero:  manca la fiducia delle imprese 

I dati dell’Indagine Congiunturale, riferita al primo trimestre 2019, sono all’insegna della stabilità. Il presidente Riccardo Comerio invoca «un deciso cambio di marcia nelle politiche industriali da parte del Governo»

Studenti in visita alla Samic

Un’apertura d’anno all’insegna di un moderato recupero, rispetto al precedente trimestre, quello dell’industria varesina, senza però grandi aspettative per il futuro da parte degli imprenditori. I dati contenuti nell’indagine congiunturale, riferiti ai primi tre mesi del 2019, elaborati dall’Ufficio studi dell’Unione industriali della provincia di Varese, evidenziano un clima di sostanziale stallo dell’economia varesina. (nella foto un reparto produttivo della Samic di Lonate Ceppino)

Qualche misurato segnale di miglioramento si intravede, come ad esempio il grado di utilizzo degli impianti da parte delle imprese, che rispetto al precedente trimestre, è salito dal 78,7% all’attuale 82,6%. Per quanto riguarda la produzione, il saldo delle risposte (pari alla differenza tra la percentuale di imprese in miglioramento congiunturale e quelle in peggioramento) è del 10,3%, mentre il saldo degli ordini complessivi è del 17.9% e quello degli ordini esteri del 23,9%. Le aspettative a breve degli imprenditori sono orientate alla stabilità; il 79,1% prevede una produzione stabile e solo l’8.6% un incremento; stessa situazione anche sul fronte degli ordini complessivi e di quelli esteri, dove la percentuale di coloro che prevedono stabilità è del 53,4%.

La situazione di incertezza economica e politica che il Paese sta vivendo si ripercuote inevitabilmente sul clima di scarsa fiducia manifestato dalle aziende della provincia di Varese e fotografato dall’indagine congiunturale dell’Ufficio Studi.
Da notare, che i primi segnali di recupero dell’industria varesina, non sono omogenei, ma concentrati soltanto in alcuni comparti, grazie soprattutto ad un andamento positivo del portafoglio ordini; il 32,3% delle imprese intervistate ha infatti segnalato una crescita, il 53,2% di essere in linea, mentre il 14,5% una riduzione.
L’Ufficio Studi ha pubblicato una versione digitale, interattiva e facilmente navigabile dell’Indagine Congiunturale, che permette di accedere liberamente a dati e statistiche relativi alla situazione dell’economia varesina, compresi quelli dei singoli settori produttivi e che può essere visionata cliccando su questo link.

I VARI COMPARTI NEI PRIMI TRE MESI DEL 2019

Nel settore metalmeccanico, rispetto alla rilevazione precedente, si nota un mantenimento dei livelli produttivi e degli ordinativi; le aspettative degli imprenditori per i prossimi mesi, però, sono decisamente orientate, anche in questo caso, alla stabilità.
La gomma plastica apre il 2019 con un miglioramento rispetto al risultato negativo registrato dalla produzione dello scorso trimestre; il portafoglio ordini è positivo e si riflette su questo risultato.
Il comparto chimico farmaceutico mantiene positivi i livelli produttivi rispetto al trimestre precedente; a fare da traino, l’andamento degli ordinativi. Anche le imprese attive in questo settore vedono i prossimi mesi all’insegna della stabilità.
Non positiva invece, la situazione del settore moda, che mostra un andamento congiunturale della produzione ancora debole per il primo trimestre del 2019; un risultato legato ad un peggioramento del portafoglio degli ordini, soprattutto di quelli interni. Le imprese non si aspettano un’evoluzione positiva nel breve periodo.

«I numeri dell’indagine congiunturale mostrano una sostanziale situazione di stallo dell’economia varesina nel primo trimestre dell’anno – commenta Riccardo Comerio, presidente di Univa – non possiamo parlare certamente di un andamento entusiasmante, anche se nel complesso, il quadro che emerge non è così negativo come potevamo attenderci. Ci vuole un cambio di marcia nel campo delle politiche industriali, con un Decreto Crescita decisamente di un altro tenore rispetto a quello emanato dal Governo, che quindi non si limiti a titoli ad effetto e alle briciole, ma che metta davvero risorse a disposizione delle imprese e del sistema produttivo. È evidente che i pur deboli segnali di miglioramento dell’economia sono merito del lavoro delle imprese e non delle politiche del Governo».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 21 Maggio 2019
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