“Le parole fanno più male delle botte”. Una serata contro il Cyberbullismo

Appuntamento la sera 24 maggio con l'iniziativa che avrà come ospiti Paolo Picchio, padre di Carolina, la prima vittima di Cyberbullismo, e Flavia Rizza, giovane testimonial della Polizia Postale

Cyberbullismo

“Le parole fanno più male delle botte”. Sono le parole di Paolo Picchio, padre di Carolina, la prima vittima di Cyberbullismo che ha portato alla nascita della legge contro questo triste fenomeno. Proprio Paolo Picchio, insieme a un’altra testimonial vittima di bullismo, Flavia Rizza, saranno ospiti al liceo Curie di Tradate il prossimo 24 maggio, alle 20.30, per incontrare gli studenti e chiunque voglia partecipare. Paolo Picchio e Flavia Rizza hanno partecipato anche al film Digitalife (prodotto da Varesenews) in cui raccontano come Internet e il digitale, anche dolorosamente, hanno cambiato la loro vita.

“Mi chiamavano balena” questo è uno degli insulti rivolti dai compagni di classe a Flavia Rizza, ventenne romana del Dragoncello vicino Ostia, che è stata vittima di bullismo dalle elementari alle medie. Oggi è una blogger e testimonial della polizia postale e sarà una degli ospiti che interverrano venerdì 24 maggio in occasione di un incontro rivolto ai genitori e agli alunni per parlare di bullismo e cyberbullismo.

L’altro relatore della serata sarà Paolo Picchio, il papà di Carolina, la prima tristemente nota vittima di cyberbullismo che si è tolta la vita la notte tra il 4 e il 5 gennaio 2013, ma anche destinataria della prima legge (n.71 del maggio 2017) contro il cyberbullismo in Europa. Paolo Picchio da quel giorno ha scelto di impegnarsi per raccogliere il messaggio lanciato dalla figlia nella sua lettera d’addio: “Le parole fanno più male delle botte. Ciò che è accaduto a me non deve più succedere a nessuno”.

«I protagonisti della prima parte dell’incontro saranno alcuni alunni del Liceo “Curie” che leggeranno degli articoli e testimonianze sul problema – si legge nel comunicato diffuso da Rita Ruggieri, insegnante del Curie -. La scuola non può più esimersi dall’essere protagonista nel processo di sensibilizzazione sul cyberbullismo ed è il luogo d’incontro tra adulti e adolescenti che diventano fruitori-attori della riflessione della serata».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 15 Maggio 2019
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