Maroni sconfessa i sovranisti: “Ci vuole un’Europa federale con poteri veri”

L'ex governatore della Lombardia intervenuto a un convegno dedicato al federalista Luigi Zanzi ribadisce l'importanza di avere una Ue «coraggiosa, dinamica e forte»

lega nord

«Mi piacerebbe un modello istituzionale di nuova Europa più dinamico, coraggioso e forte con un governo e un parlamento federale con veri poteri». Conclude così il suo intervento Roberto Maroni al convegno “La parola ai giovani: l’Europa nostro spazio vitale” dedicato al pensiero federalista di Luigi Zanzi.

All’ex governatore della Lombardia gli allievi della seconda E del liceo classico Cairoli hanno chiesto quali possono essere le strategie per una politica comune europea e quale deve essere il rapporto dell‘Unione Europea con le altre organizzazioni internazionali. Maroni è partito da questo secondo punto ricordando la sua prima volta all’Onu quando era ministro del Lavoro nel 2003. «Fu un’esperienza emozionante – ha detto il leghista – e intervenni  proprio come rappresentante dell‘Unione europea per il semestre italiano. I singoli stati però mantengono la loro rappresentanza e dunque quando presenti una mozione devi fare la conta di quelli che la sostengono. In questi anni l’Europa si è divisa molte volte all’Onu dando l’idea che non sia una federazione».

Antonio Padoa schioppa, professore emerito dell’Università di Milano, seduto accanto all’ex ministro, solleva più volte lo sguardo in direzione dell’ex governatore della Lombardia che tira dritto facendo l’elenco delle istituzioni europee e spiegandone il funzionamento. La strategia politica, secondo Maroni, di fatto esiste già. Cita il modello dell’Eusalp (Eu strategy for the alpin region), «definizione infelice», la cui presidenza quest’anno tocca all’Italia. «Di questa macroregione alpina ne fanno parte tutta la Svizzera, che non rientra nella Ue, la Slovenia, la Baviera, parte dell’Austria – sottolinea l’ex governatore – insomma stiamo parlando della Mitteleuropa. Ebbene l’Eusalp può trattare direttamente con la Ue e ricevere finanziamenti  per l’innovazione e la ricerca per far crescere aziende e occupazione».

Maroni europeista ritrovato sorprende anche lo storico e giornalista Franco Giannantoni che a margine del convegno commenta con un sorriso: «Abbiamo sentito bene? Meno male che non c’era Salvini, altrimenti lo avrebbe fatto portar via».

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

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Pubblicato il 11 Maggio 2019
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