Né sovranisti né identitari, i giovani vogliono capire l’Europa

Gli studenti maggiorenni dell'Isis Carlo Alberto Dalla Chiesa di Sesto Calende hanno incontrato i rappresentanti dei vari partiti che parteciperanno alle prossime elezioni europee. Occupazione, istituzioni europee e diritti umani e civili i temi affrontati

Isis sesto calende

Le due assemblee degli studenti di quinta dell’Isis Carlo Alberto Dalla Chiesa di Sesto Calende, dove sono intervenuti i rappresentanti dei vari partiti che parteciperanno alle prossime elezioni europee, spazzano in un sol colpo tutti i luoghi comuni sui giovani e il loro impegno. Un’organizzazione perfetta e un bel livello del dibattito sostenuto e stimolato dalle domande degli stessi ragazzi. A guidare la regia dell’intensa mattinata c’erano i rappresentanti di istituto: Michele Condura, Simone Tollini, Blendi Alijaj e Alessandro Binda. Ben otto gli esponenti politici, due parlamentari, Leonardo Tarantino (Lega) e Marco Osnato (F.lli d’Italia), due consiglieri regionali, Samuele Astuti (Pd) e Roberto Cenci (M5S), Luca Perego, dell’assemblea nazionale di Più Europa, Erica Rudda di Autonomie per l’Europa, Walter Girardi di Europa Verde e Tino Magni per La Sinistra.

Tre le domande poste dagli studenti: che ruolo può avere la Ue nella lotta alla disoccupazione, l’evoluzione istituzionale che potrebbe avere l’Europa nel futuro prossimo e che importanza hanno nell’affermazione dei diritti umani e civili le istituzioni europee. Tre minuti per ogni candidato per ciascuna domanda. Ad aprire ufficialmente il confronto ci ha pensato Alex, uno studente dell’Isis Dalla Chiesa, che ha suonato l’inno europeo con la chitarra elettrica in stile Jimi Hendrix.

Isis sesto calende

Sul tema lavoro Astuti ha ricordato che la Ue ha una competenza parziale, mentre «Regione Lombardia gestisce ben 180 milioni di euro di fondi europei che servono per sostenere il programma Garanzia Giovani». La Ue è un grande mercato anche per il lavoro, ha aggiunto Cenci, e il fatto che i giovani si possano muovere con velocità e facilità in Europa «è un’occasione importante anche per trovare un lavoro». Secondo Girardi, i vantaggi che porta la Ue, sono maggiori degli svantaggi di cui ci si lamenta e i fondi europei rappresentano anche una leva per l’occupazione, soprattutto, «dove c’è una riconversione dell’economia che guarda all’ecosostenibilità». Magni si definisce «un’europeista convinto, anche se le diseguaglianze socioeconomiche all’interno dell’Europa sono ancora troppe» a partire dal dumping salariale di alcuni paesi interni all’Unione.

Per Osnato l’Europa dell’euro, così com’è concepita, difficilmente riuscirà a dare delle risposte ai giovani «nemmeno con una cessione di sovranità». E il tema della protezione del Made in Italy è uno di quegli argomenti che si presta per sostenere «un’Europa unita degli stati sovrani». La giovane e unica donna presente tra i relatori, Erica Rudda, ha sottolineato le difficoltà burocratiche che oggi una partita iva (come lei) deve affrontare se volesse sviluppare la sua attività. «Sono sommersa dal lavoro ma non posso assumere collaboratori perché troppo oneroso. La Ue dovrebbe tendere la mano agli imprenditori». Tarantino che è anche un imprenditore l’ha messa sul pratico: «La disoccupazione la si vince con l’occupazione. La Ue con le sue politiche di rigore negli anni scorsi non l’ha favorita». L’assetto attuale non facilita, secondo Perego, le politiche del lavoro in Europa e «le barriere all’accesso del mercato del lavoro e le disuguaglianze del mercato sono ancora troppe».

Sull’evoluzione delle istituzioni europee tutti i rappresentanti politici concordavano sul fatto che l’attuale assetto mostra dei limiti evidenti nella mancanza di un potere politico vero da parte del Parlamento eletto dal popolo ma “subordinato” al Consiglio europeo dove siedono i capi di stato delle singole nazioni. Sulla formula da usare rispetto all’unione di stati,  se per Osnato e Tarantino la sovranità dei singoli stati all’interno di una possibile federazione è fondamentale, per gli altri è altrettanto necessaria la cessione di sovranità, con il rispetto delle autonomie (Rudda). Occorre, dunque, riprendere il percorso di riforma istituzionale iniziato con il trattato di Lisbona nel 2009 e interrotto subito dopo (Astuti, Cenci, Magni, Perego e Girardi).

Sul capitolo diritti civili e umani, accordo quasi unanime sul lavoro fatto dalla Corte di giustizia europea, da non confondere con la Corte Europea dei diritti dell’uomo che non fa parte dell’Unione, per garantire il rispetto da parte dei singoli stati membri del diritto comunitario. Rimangono aperti però dei capitoli relativi alle politiche di genere, ai diritti acquisiti, che non lo sono per sempre, e a quelli messi in discussione dagli interessi nazionali rispetto agli interventi comunitari.

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Pubblicato il 22 Maggio 2019
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