Omicidio di ‘ndrangheta a San Giorgio su Legnano, in manette Rispoli e altri 4

Il capo della locale di Legnano-Lonate Pozzolo è considerato dalla dda l'esecutore dell'omicidio di un affiliato nel 2008 alle spalle del cimitero di Legnano

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Dietro l’uccisione di Cataldo Aloisio, una delle vittime della guerra di ‘ndrangheta che ha lasciato 5 morti a cavallo tra Varesotto e Alto Milanese una decina d’anni fa, ci sarebbe la locale di ‘ndrangheta Legnano-Lonate Pozzolo e quella di Cirò. Tra gli esecutori dell’omicidio ci sarebbe anche Vincenzo Rispoli che aveva da poco finito di scontare la sua pena a seguito del processo Bad Boys.

‘Ndrangheta, la mini-faida che insanguinò Legnano

Questa mattina, nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalle procure di Milano (dal Procuratore della Repubblica Francesco Greco, dal procuratore aggiunto Alessandra Dolci e dai sost. Proc. Alessandra Cerreti e Cecilia Vassena) e Catanzaro (dal procuratore della repubblica dott. Nicola Gratteri, dal proc. Agg. Vincenzo Luberto e dai sost. Proc. Paolo Sirleo e Domenico Guarascio), è stata data esecuzione a un provvedimento cautelare, emesso rispettivamente dai gip di Milano e Catanzaro nei confronti di 5 indagati per omicidio aggravato dalle finalità mafiose.

L’attività di indagine – svolta in stretta sinergia e costante coordinamento dalla procure distrettuali di Milano e Catanzaro – segue l’operazione “Stige” condotta dai carabinieri del Ros nel gennaio del 2018 (che ha disarticolato la “locale” di ‘ndrangheta di Cirò), che ha consentito di dare nuovo impulso alle indagini in ordine agli omicidi di Vincenzo Pirillo e Cataldo Aloisio, verificatisi rispettivamente il 5 agosto 2007 in Cirò Marina (Kr) e in data 27 settembre 2008 a Legnano.

L’attività investigativa condotta dal raggruppamento operativo speciale dei Carabinieri, con la collaborazione del centro operativo Dia di Milano e del Roniv di Crotone, ha consentito di accertare come i due delitti, maturati in seno al sodalizio cirotano e decisi dai vertici della locale di Cirò Marina (Silvio Farao e Cataldo Marincola) fossero tra loro strettamente collegati e finalizzati al mantenimento degli equilibri interni all’organizzazione.

L’esecuzione dell’omicidio in territorio lombardo affidata al capo della Locale di Legnano Lonate Pozzolo Vincenzo Rispoli conferma, altresì, che le due locali di ‘ndrangheta siano strettamente collegate ed operino in stretta sinergia, come già accertato da sentenze definitive dei processi Infinito e Bad Boys.

Dalle ordinanze dei Gip di Milano e Catanzaro emerge, in particolare, che l’eliminazione di Pirillo – per un periodo reggente della cosca – veniva stabilita (da Cataldo Marincola e Giuseppe Spagnolo) ed eseguita (da Spagnolo) per punirne l’impropria gestione delle casse del clan, avendo lo stesso Pirillo anteposto i propri interessi al mantenimento delle famiglie dei detenuti.

L’omicidio di Aloisio  – nipote di Pirillo – veniva conseguentemente deliberato dai capi a Cirò ed eseguito (da Vincenzo Rispoli e Vincenzo Farao) per il timore di una sua vendetta, che avrebbe inevitabilmente destabilizzato gli equilibri dell’associazione mafiosa.

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 28 Maggio 2019
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