Renato Guttuso e Francesco Pellin, in una mostra la storia di un’amicizia varesina

Quella che verrà inaugurata sabato 18 non sarà semplicemente una Mostra su Guttuso a villa Mirabello, ma un evento di più ampia portata. Che parte dalla storia di una lunga amicizia

Guttuso a Varese, le ultime ore dell'allestimento

Quella che verrà inaugurata sabato 18, e sarà in mostra da domenica 19 a Varese, non sarà semplicemente una Mostra su Guttuso a villa Mirabello, ma un evento di più ampia portata: «E’ un operazione culturale di lungo cammino, non solo una mostra – spiega infatti Serena Contini, curatrice della mostra “Renato Guttuso a Varese” mostrando le ultime fasi dell’allestimento – E’ un evento che porta a compimento un lavoro durato 18 anni, fatto per fare emergere il lavoro di Guttuso che ha lavorato a Velate 30 anni, dal 1953 alla morte senza però lasciare apparenti segni pubblici, se si eccettua la terza cappella del Sacro Monte».

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Guttuso a Varese, le ultime ore dell’allestimento 4 di 21

Una mostra, inoltre che «Ricorda il decennale della morte di Francesco Pellin (Nella foto sopra, un ritratto di Pellin che Guttuso ha realizzato, in mostra a Villa Mirabello), il più grande collezionista di Guttuso, che ha creato lui stesso nel 2000 la fondazione che ci ha fornito in comodato le opere, proprio con l’intento di esporre le opere che vedremo».

Una mostra che innanzitutto rende per la prima volta pubblica la firma del comodato decennale che il comune di Varese ha siglato con la fondazione per 21 opere straordinarie, anche per dimensioni, dell’artista siciliano. Ma soprattutto vuole essere un importante omaggio al rapporto tra i due “varesotti” Pellin e Guttuso, nel loro particolare rapporto tra collezionista e artista e nel loro lungo e sincero rapporto di amicizia.

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QUANDO PELLIN COMINCIO’ LA SUA COLLEZIONE CON UN “NO” DI GUTTUSO (E UNA CENA A SOPRESA)

«Questa è infatti la chiave di lettura che ho scelto – spiega Serena Contini – quella di sottolineare il rapporto di amicizia di Renato Guttuso con Francesco Pellin. Un rapporto nato in vacanza: la prima volta si sono incontrati infatti a Ischia, nelle vacanze del giugno 1974. Qui hanno scoperto di essere entrambi del varesotto, Pellin a Busto e Guttuso a Velate, e Guttuso alla fine delle vacanze decide di invitarlo nel suo studio, dove stava realizzando lo straordinario dipinto “La Vucciria” che ora è all’università di Palermo». 

Guttuso a Varese, le ultime ore dell'allestimento
Serena Contini mentre controlla le ultime fasi dell’allestimento

Pellin era un imprenditore della gastronomia di lusso, diventato noto nel mondo per la sua azienda Fjord. Nel frattempo però, ha potuto seguire la sua passione per l’arte: «L’incontro con Guttuso, che non era solo pittore ma anche letterato, pensatore, giornalista, gli fa prendere la decisione di diventare suo collezionista. Nel suo studio nota dei quadri che però stanno per partire per una galleria d’arte di Ginevra: gli chiede di comprarli ma Guttuso gli risponde che non può, che aveva preso un impegno con quella galleria. Così, di ritorno da un viaggio per lavoro nel nord Europa, Pellin passa dalla galleria di Ginevra, compra tre quadri che aveva visto a Velate dando con questi inizio alla sua collezione, e poi invita a casa Guttuso e sua moglie: mostrando i suoi acquisti in una “cena con sorpresa”. Da allora Pellin è diventato il piu grande collezionista privato di Guttuso al mondo».

IN APERTURA UNA LETTERA DI GUTTUSO AL SUO AMICO E COLLEZIONISTA

La mostra si apre con una lettera: «Una lettera inedita di Renato Guttuso a Francesco Pellin, che lo ringrazia della dedizione come collezionista e come amico. Una bellissima lettera che spiega il rapporto tra collezionista e pittore e che vuole introdurre lo spirito della mostra, dove vogliamo “far parlare Renato Guttuso” con le sue parole. La spiegazione di uno dei quadri più celebri dell’artista, presente nella mostra, Spes contra spem, è per esempio fatta direttamente da Renato Guttuso: abbiamo recuperato un suo scritto in merito».

Proprio “Spes contra Spem”, il grande quadro di 3 metri per 3 e mezzo che rappresenta una sorta di testamento spirituale dell’artista, sarà uno dei principali protagonisti dell’allestimento della mostra: per vederlo sarà necessario attraversare un corridoio di bozzetti e appunti di lavorazione: che ne preclude la vista da lontano, e “costringe” il visitatore ad apprezzarne le fasi della sua realizzazione.

A RACCONTARE GUTTUSO LE FOTO DI NINO MARCOBI

Tra i più interessanti documenti che trovato fotografie di Nino Marcobi, il fratello del partigiano Walter, che era molto vicino a Guttuso quando questi veniva a lavorare a Velate: era una sorta di segretario-aiuto quando lui soggiornava a Varese. «Lui di lavoro era ragioniere capo nella pubblica amministrazione, ma era diventato suo fiduciario: Guttuso gli riconosce una grande importanza mettendolo al centro di “Spes contra Spem”»spiega Contini.

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Nino Marcobi nella tela di Guttuso

Le foto di Nino Marcobi «Ritraggono preziosi momenti di lavoro nel suo studio, che rendono ancora più viva la mostra, restituendo le immagini delle fasi di lavorazione».

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 17 Maggio 2019
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