Inchiesta “Mensa dei poveri”, scarcerato l’architetto Miano
Ora è ai domiciliari nella sua abitazione. È coinvolto nel capitolo dell'indagine che riguarda l'urbanistica gallaratese e in particolare le manovre per abbattere e ricostruire sull'area di due corti storiche in via Mazzini
Dopo un mese a San Vittore, è stato scarcerato l’architetto Piermichele Miano, arrestato il 7 maggio scorso nell’ambito dell’inchiesta “Mensa dei poveri”, che ha travolto in particolare i vertici di Forza Italia.
Venerdì sera Miano ha potuto tornare a casa a Gallarate, dove è comunque sottoposto alla misura degli arresti domiciliari. La misura cautelare, nell’ordinanza, era giustificata dal concreto pericolo di fuga, vista anche la frequentazione della vicina Svizzera, e dal mancato effetto deterrente della precedente condanna (coperta da indulto) per la vicenda dell’area ex Maino a metà anni Duemila.
L’istanza di scarcerazione era stata depositata dal difensore di Miano, l’avvocato Cesare Cicorella, ed è stata accolta dal gip Raffaella Mascarino. L’architetto è coinvolto per la parte di inchiesta che tocca l’urbanistica gallaratese e il “caso” delle storiche corti di via Mazzini e aveva già reso dichiarazioni all’interrogatorio: «Il mio assistito ha risposto serenamente alle contestazioni» aveva detto l’avvocato Cicorella «riconoscendo di aver commesso degli errori». In particolare aveva detto di non essersi reso conto di essere divenuto pedina di una vicenda illegale.
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