Le opere dell’artista lavenese Cornelio Bellorini a Villa Frascoli
Villa Frascoli Fumalli ospita la mostra dell'artista lavenese. L'inaugurazione è per domenica 16 giugno
É in programma per domenica 16 giugno, alle 15, l’inaugurazione della restrospettiva di Cornelio Bellorini. Villa Frascoli Fumalli, per la prima volta, ospiterà le opere dell’artista lavenese scomparso nel 2012. La mostra è a cura di Paola Guerriero che nella presentazione spiega: ” La vita di Cornelio Bellorini, artista lavenese, ha attraversato ed esplorato minuziosamente tutte le correnti e le tecniche artistiche che ha incontrato.
Una sua collocazione tra post informale tra optical e segnico, o astrattismo diventa riduttiva vista la notevole e diversificata produzione. Le sue tavolozze sono estremamente precise e ben riconoscibili: si va dai colori delicati degli inizi, utilizzati soprattutto nei suoi paesaggi, ai colori più forti e contrastanti con la presenza di viola sordi, fino ad arrivare ai colori puri, decisi e brillanti delle forme astratte. I supporti sono tra i più diversi: la curiosità lo spinge ad utilizzare qualsiasi materiale gli capiti a vista e a dargli una nuova vita e a proporci una nuova prospettiva. I paesaggi, gli scorci di Laveno sembrano ricordare, anche se figurativi, Picasso: Bellorini ci mostra una Laveno come la conosce lui, non una Laveno così come la possiamo vedere; si riconoscono parti del paese collocate vicino ad altre estremamente riconoscibili, ma non reali, perchè la nostra conoscenza non le ricorda in quelle posizioni e veniamo trasportati dalla mente dell’artista che ci accompagna nella “sua” visita guidata. Ma la rappresentazione della realtà, seppur mediata dalla creatività, diventa troppo stretta e legante: allora il bisogno è di staccarsi e trasformare ciò che vede e ciò che pensa. Lo sbocco è una forma che si disgrega, che partendo da un corpo, subisce una metamorfosi attraversando la mente e la mano del pittore. E dopo questo passaggio, l’ulteriore trasmutazione: la realtà è solo forme tonde che si incastrano tra loro, si completano e si esaltano giocando coi colori vivi e brillanti. E, ancora, un altro varco: non più linee curve, ma linee rette e precise che si incastrano in geometrie che sembrano immagini casuali di un caleidoscopio, ma che in realtà sottendono un rigore studiato ed estremamente meditato.
Nel percorso di una vita la tela, la carta non bastano più: servono nuovi supporti che reggano una creatività esplosiva, quindi “tutto in natura può servire”. Le fotografie, già rese grafiche e astratte dal bianco e nero, subiscono un’ulteriore trasfigurazione: vengono ritagliate accuratamente e ricollocate a formare un paesaggio diverso, riconoscibile solo dopo aver fatto lo stesso percorso creativo dell’artista. Un anonimo pannello di polistirolo si trasforma con colori e fori. Il pannolenci ritagliato ed incollato si tramuta e ci porta in un mondo astratto e fantastico. I pannelli in ceramica cotti nel luogo di lavoro, un lavoro che lo ha accompagnato per tutta la vita. I francobolli e le monete servono per realizzare collages, il legno ritagliato e dipinto acquista una dimensione colorata ed astratta. Il vetro viene lavorato con l’acido e così la pietra che dà origine a stampe con l’aiuto dell’amico Marco Costantini con cui divide la proprietà delle stampe: una per sé e una per l’amico. I sassi, raccolti durante le passeggiate in montagna diventano altro attraverso i suoi occhi e i suoi colori. Mi piace pensare che il tempo passato coi ragazzi, che ha sostituito il lavoro in Ceramica dopo il pensionamento, possa essere visto come arteterapia: aveva visto lontano nel suo peregrinare tra colori”.
La mostra sarà visibile fino al 28 luglio, il venerdì, sabato e domenica dalle 15 alle 18. Ingresso libero e gratuito.
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