I Canova fanno tappa al Woodoo, “Le canzoni sono piezz’ ‘e còre”

La band milanese torna sul palco nel bosco giovedì sera, 18 luglio per una data del tour estivo. Ecco l'intervista al cantante Matteo Mobrici

Generico 2018

Sono scanzonati e pop. I Canova tornano al Woodo Fest giovedì sera (18 luglio), dopo un anno in cui, nell’ordine, hanno presentato un nuovo disco, suonato al concerto del Primo Maggio, girato un video con Jo Squillo, chiuso la tournée invernale e iniziato quella estiva.

Quando sentiamo Matteo Mobrici, il cantante di questo quartetto che ama le camicie stravaganti e i capelli lunghi e scapigliati, il tour ha appena preso il via, mentre i biglietti per la data di Cassano Magnago continuano a vendere: «È un piacere tornare. Siamo particolarmente legati a quel festival, ci ha visto crescere». Da un anno all’altro infatti, sono passati da “emergenti” ad ospiti principali della line up, cambiando decisamente prospettiva. Erano i tempi di “Avete ragione tutti” e da lì non si sono più fermati.

Come saranno le date di questo tour estivo? Cosa ci dobbiamo aspettare?
«Dipenderà tutto dalle situazioni, a Roma abbiamo cantato con Gazzelle, ad esempio, ma ogni data sarà diversa. Al contrario dei tour invernali, qui avremo la possibilità di costruire la scaletta in base alla serata, anche perchè si tratta di festival e le tempistiche cambiano. Di certo, caricare il furgone e partire è sempre una cosa piacevole e i concerti restano la parte più bella. Arrivano quando hai registrato, presentato il disco, fatto la promozione e tutto il resto. Sopratutto d’estate, c’è una bella atmosfera, ci si sente più liberi, si creano nuovi incontri e c’è voglia di divertirsi. Di certo, durante i live, faremo anche le canzoni del primo disco»

Esistono già nuove canzoni? 
«Sto già scrivendo, l’ho sempre fatto ed è una cosa che mi viene naturale. Stiamo ragionando sui prossimi passi ma posso dire che ci sono delle canzoni pronte. Ho voglia di esplorare situazioni nuove, anche dal punto di vista musicale»

Facciamo un salto nel passato, dall’uscita di “Avete ragione tutti” a “Vivi per sempre” le cose sono cambiate molto…
«Sì, il primo è stato un disco autoprodotto, l’abbiamo registrato in sei giorni, anche perchè il budget che avevamo a disposizione era quello. Il secondo invece, è stato un lavoro più professionale, seguito dal produttore Matteo Cantaluppi e dove ci siamo soffermati sugli arrangiamenti e sui dettagli di ogni canzone. Due situazioni diverse, la prima dettata dal momento. Fosse per me pubblicherei le canzoni appena scritte, uno dopo l’altra, ma non è possibile»

Raccontate spesso che le vostre canzoni sono autobiografiche. Quale tra queste segna un momento particolare per te? 
«Le vivo tutte come momenti definiti, dietro ogni canzoni per me ci sono i nomi, gli odori, le situazioni che ho vissuto. Non saprei dire se c’è una canzone alla quale sono più legato, sono tutte piezz’ ‘e còre. Poi ci sono quelle più belle o più brutte, ma io le percepisco in un modo solo mio»

Quando hai iniziato a scrivere?
«Quando sono arrivati i rifiuti da parte delle ragazze, intorno ai sedici anni. Avevo capito che potevano essere un’arma per contrastare la mia paranoia. Ci buttavo dentro la frustrazione di non essere accettato ed è stato il trampolino di lancio per continuato a farlo. La scrittura è diventata una cosa con cui faccio i conti ogni giorno. Da piccolo ascoltavo le canzoni di Celentano, dei Beatles, di Battisti e guardavo MTV. Una volta presa in mano la chitarra, più tardi, sapevo cosa volevo. Sono stati loro i miei punti di riferimento. Ascoltavo quelle canzone e le guardavo “da dentro”, le analizzavo. È sempre stata un’ossessione».

Succede anche adesso che le ragazze ti rifiutino? 
«Certo, ma a sedici anni era diverso, adesso la vivo meglio. Soffro ma la vivo meglio. Quando vivi il periodo della scuola senti la competizione e tutti vogliono stare con la più bella, può essere difficile. Anche ora, comunque, mi piace sempre la ragazza più bella (ride ndr)»

Giovedì tornate al Woodo Fest di Cassano Magnago e possiamo dire che avete un rapporto speciale con il festival…
«Sì, abbiamo suonato lì per due anni di fila. La prima volta davanti a sei persone, la volta successiva sul palco principale. Capita raramente di guardarti indietro e trovarti dall’altra parte, quella che sognavi. Inoltre, è un festival davvero bello e con delle line up tra le migliori»

C’è qualche artista con il quale vorreste collaborare?
«In passato ci hanno chiesto di collaborare con altri ma abbiamo rifiutato. Non mi piace l’idea che la collaborazione tra artisti diventi un’operazione commerciale. Al contrario, se nasce in modo spontaneo penso sia una cosa bellissima»

Come avete convinto Jo Squillo a partecipare ad un vostro video?
«I ragazzi di Bendo Films avevano pensato al video con la partecipazione di JoSquillo, non c’erano alternative. Così si è messa in moto la macchina organizzativa, l’abbiamo contattate e lei è stata gentilissima nell’accettare. È stata molto gentile e simpatica e la ricordo con il massimo affetto».

Ci svelate chi è il vostro parrucchiere?
«Abbiamo degli scultori di riferimento, diciamo che siamo rimasti in pochi con i capelli e ce li teniamo stretti e da pettinare».

WOODO FEST
Tutte le informazioni: http://woodoofest.it/
I biglietti: http://woodoofest.it/tickets/

Adelia Brigo
adelia.brigo@varesenews.it

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Pubblicato il 16 Luglio 2019
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