Le metalmeccaniche competono nel mondo ma in Italia c’è il sapore amaro della stagnazione

Il direttore di Federmeccanica Stefano Franchi ha visitato Lu-Ve spa di Uboldo e Petrolvalves di Castellanza. «Siamo chiamati a preservare il patrimonio di sapere, di qualità e di tecnologia che rendono le nostre imprese competitive nel mondo»

Lu-Ve spa

Le porte del quartier generale di Lu-Ve spa al direttore di Federmeccanica Stefano Franchi devono essere sembrate quelle del film “Sliding doors“, cioè scorrevoli. Da una parte la situazione economica a rischio del Paese, dove prevale «il sapore amaro della stagnazione e il sentore cattivo della recessione», dall’altra un’azienda famigliare quotata in borsa che sta crescendo anno dopo anno grazie ad alcune acquisizioni strategiche fatte in mezzo mondo. Lu-Ve fa parte di quella parte industriale del Paese che ci crede ancora, nonostante tutto, e a cui Franchi nel tour #Impresa day rivolge le sue attenzioni.

Ad accogliere nel quartier generale di Uboldo il direttore di Federmeccanica c’erano il fondatore, Iginio Liberali, e il figlio, Fabio Liberali, che hanno raccontato la storia di un’azienda nata da un fallimento e diventata tra i leader mondiali nella produzione degli scambiatori di calore. Una realtà che dà lavoro a 1.000 persone in Italia e 3.000 nel mondo, appartenenti a 18 etnie diverse, ed esporta l’83% della sua produzione in cento paesi.

Dopo una vita passata come manager in grandi aziende di elettrodomestici, tra cui la Merloni, Liberali nel 1985 alle soglie della pensione decide di rilevare la Contardo, ormai decotta, e di investire tutto ciò che ha. Si prende anche l’onere di assumere 240 persone e ingaggia una battaglia giuridica con il sindacato di categoria che voleva farne assumere quaranta in più. «Mi consigliarono di investire nel conflitto, ma ho perso» ha detto il patron di Lu-Ve spa. L’azienda però in 35 anni ha fatto passi da gigante. È presente in otto paesi, tra cui Cina, India, Polonia, Usa e Russia, con dodici stabilimenti per un fatturato di 420 milioni di euro. Una strategia di acquisizioni e partnership vincente che ha in Matteo Liberali, il secondo figlio, il suo artefice principale.

In primo piano, nella sala dove viene ricevuto il direttore di Federmeccanica, c’è un cartello con i punti che ispirano la leadership aziendale: umiltà, passione, intelligenza e valore. Liberali dice di ascoltare i giovani presenti in azienda e sottolinea l’importanza di fare un budget delle idee. «Abbiamo dato vita al progetto radar – spiega il fondatore di Lu-Ve spa – perché mi interessa guardare avanti. Non chiedo solo che cosa si può fare per l’azienda ma anche quello che può fare il singolo lavoratore per migliorare se stesso».

«Tutti devono comprendere che nelle nostre imprese si produce valore e si generano valori – ha concluso Franchi  – La collaborazione, l’inclusione, la centralità della persona sono una realtà che non sempre viene percepita all’esterno. Siamo chiamati a preservare il patrimonio di sapere, di qualità e di tecnologia che rendono le nostre imprese competitive nel mondo. Dobbiamo essere orgogliosi certamente ma anche acquisire consapevolezza che tutto questo non è scontato e deve essere sostenuto da tutti, ciascuno nel proprio ruolo».

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 02 Luglio 2019
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